Il commento del direttore
Remo Vangelista
Per gli italiani la Spagna rappresenta la prima destinazione straniera e i numeri sembrano riconfermare anche quest’anno il dato che già aveva caratterizzato il 2024.
“La strategia di Turespana mira ad attrarre turisti di alto valore – spiega la direttrice dell’ente spagnolo del Turismo a Milano, Blanca Pérez-Sauquillo López - durante tutto l’arco dell’anno. Il piano 2030 prevede importanti investimenti in direzione del turismo sostenibile, che ha nella diversificazione dell’offerta e nella destagionalizzazione i due elementi determinanti”.
Non si tratta quindi di inseguire i numeri a tuti i costi, peraltro molto promettenti - il 2025 lascia prevedere una quota record di 100 milioni di arrivi e una spesa turistica oltre i 122 miliardi di euro dello scorso anno – ma di puntare su un target alto spendente, culturalmente preparato, in grado di portare valore aggiunto alle economie locali e di redistribuire valore sul territorio.
Proprio per questo Blanca Pérez-Sauquillo López parla della campagna internazionale prevista per il 2026, attualmente in fase di definizione, che si focalizzerà sull’offerta della Spagna “oltre il mare. La promozione punta infatti con decisione a tutti quegli aspetti in grado di attrarre turisti in ogni periodo dell’anno e senza concentrarsi sulla proposta balneare. In primo piano il Mice, così come il turismo enogastronomico, quello culturale e quello legato all’open air.
“Proprio quest’ultimo segmento presenta ampie potenzialità di crescita: nell’epoca post pandemia, la riscoperta del turismo lento, disconnesso, in armonia con il territorio, rappresenta un’esigenza manifestata da una quota sempre più ampia di turisti”.
Sul fronte dei prezzi, l’aumento è innegabile, anche in Spagna. “E’ un trend che per varie ragioni tocca tutti i Paesi europei – spiega la manager – ma questo fattore comunque non sembra compromettere la performance del mercato italiano, quarto per numero di arrivi in Spagna e sesto per spesa media”. Un mercato che può crescere ancora, “anche sotto l’aspetto della permanenza media, attualmente di circa 6,2 giorni contro i 7,2 giorni registrati a livello globale”.