Il commento del direttore
Remo Vangelista
Non avrà ostacoli sulla sua strada. L’industria del turismo sembra destinata a diventare la colonna portante dell’economia mondiale. Forse per molti si tratta di una sorpresa, ma questa tendenza si stava affacciando già nelle stagioni precedenti. Abbiamo deciso di raccontare le diverse prospettive nel 2026 di questa industria nel numero di TTG World in uscita il 15 dicembre (qui la versione digitale)
Oggi è chiaramente tutto più eclatante, dopo che anche al Wtm di Londra il Tourism Economics ha spiegato cosa succederà nel futuro. Se ci fermiamo ai prossimi 10 anni, il dato può addirittura stupire, visto che le previsioni di crescita parlano di un aumento del 3,5% annuo, contro il 2,5% dell’economia mondiale.
Ora, sappiamo bene che si tratta di stime che potrebbero mutare nel volgere di poche settimane a fronte di qualche avvenimento esterno. Tutti ricordano cosa è successo nell’ultima decade e come le previsioni siano state smentite nel giro di pochi giorni. Ma in questo caso, invece, l’intero mercato è consapevole della resistenza e della capacità di ripresa di un’industria che ogni volte si rialza cambiando look e atteggiamenti. Le prove di tutto questo sono evidenti.
TTG World si appresta così a chiudere il 2025 raccontando di previsioni e di destinazioni che si affacciano nel business dei tour operator.
Se l’Egitto si conferma meta dai grandi numeri, che sta provando ad arricchire ancora il suo portfolio di destinazioni, bisogna segnalare che gli operatori di casa nostra hanno aperto la caccia ad alcune mete non ancora sature. Per questo qualcuno segnala l’Africa Australe e il Sudamerica.
Mentre l’Estremo Oriente vanta ancora margini di crescita, se i collegamenti aerei manterranno le promesse. “Ma tenete d’occhio la Corea del Sud”, ha detto il vulcanico Danilo Curzi. Che intanto, come Michele Serra, continua a fare scouting nelle aree meno battute dai mega flussi.
Intanto, dal fronte Arabia Saudita e Oman arrivano progetti, aperture alberghiere e nuovi voli. Nel servizio che trovate a pagina 50 raccontiamo il taglio anche luxury del piano Red Sea, che non ha mai nascosto le sue ambizioni.
Mentre il Sultanato si spinge più avanti con un progetto sino al 2040, che prevede anche l’apertura di un nuovo aeroporto e una roadmap che terrà conto della tradizione e dell’ambiente. Due destinazioni da seguire con grande attenzione, che strizzano ovviamente l’occhio alla fascia alta.
Il futuro di molte mete passerà sempre di più dall’alto di gamma.