Adv Unite: “Il turismo dimenticato, chiediamo lo stato di crisi”

“Chiediamo lo stato di crisi”. Così Adv Unite in una nota in cui condanna duramente le scelte del Governo Draghi. “Anche con l'ultimo decreto fiscale il turismo viene dimenticato: una vergogna - tuona l'associazione -. Ci hanno vietato di lavorare e non ci aiutano”.

“Si vede - continua l’associazione - che il grido delle principali associazioni di categoria non è stato ascoltato per l’ennesima volta, sia per la mancata proroga della cassa integrazione Covid, che dei mancati ristori equi per tutto il comparto. I politici che ci rappresentano hanno ritenuto opportuno girarsi dall'altra parte dimenticando il settore turistico con in testa chi promuove il turismo: le agenzie di viaggi”.

“A questo punto – continua duramente Adv Unite - è facile pensare che per il nostro il governo rappresentiamo una zavorra e non un fiore all'occhiello del nostro bel paese, e così facendo si e deciso di mandare in mezzo la strada circa 100.000 lavoratori: ma in tutto questo i nostri dipendenti hanno capito che devono farsi rappresentare dai sindacati dei lavoratori e non dalle associazione datoriali? Lo chiedo per unire al nostro grido di allarme i sindacati che già sono nostri partner negli enti bilaterali”.

Stato di crisi
L'unica cosa che resta, secondo l’associazione, “è avere lo stato di crisi, ma questa volta non a chiacchiere ma con fatti concreti. Ormai la partita volge al termine, pertanto il nostro è l’appello rivolto a tutta la filiera per ribellarci a questa ennesima presa in giro verso un settore che a detta del governo rappresenta il 15% del Pil e la terza industria del paese, a costo zero e va aiutata. Va aiutata anche perché il governo italiano ci vieta di lavorare disattendendo a quanto sancito dalla costituzione italiana”.

“Un comparto che non può pagare più le tasse, non potrà pagare le prossime cartelle esattoriali, non potrà pagare i mutui che da gennaio arriveranno sulle nostre scrivanie. In ultimo - conclude l'associazione - vorremmo anche ricordare che a noi è vietato lavorare, ma i clienti che partono da soli non avendo controlli ci prendono ulteriormente in giro. In breve, senza Cig  e senza ristori, purtroppo 7.000 microimprese falliranno e vinceranno i colossi stranieri che non pagano le tasse in Italia”.

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