Agenzie e Mare Italia: un prodotto più difficile

Rialzo fuori controllo dei prezzi, resistenza generalizzata a riconoscere le commissioni e, laddove presenti, una marginalità sempre più risicata. Sono le criticità messe a fuoco dalle agenzie di viaggi sul Mare Italia. Il prodotto principe dell'estate ma che, denuncia la distribuzione organizzata, si fa sempre più fatica a presidiare.

“Il vero problema - sostiene Stefano Aiello, proprietario della Di Paola Viaggi di Campobasso - è che sia gli hotel che i villaggi si sono ormai abituati a non riconoscere le commissioni alle agenzie. Quando ci sono, invece, sono così basse che è più il toner e la carta che consumiamo che il guadagno. Solo all’interno della nostra filiera abbiamo fornitori che fanno concorrenza ai distributori: è come se la Fiat facesse la guerra agli autosaloni”. Concorda sulla mancanza di coesione anche Alice Girardi, titolare della Docteur Voyage di Vedelago, Treviso: “La collaborazione è spesso pari a zero. Ci sono albergatori che dicono aprioristicamente "no la commissione del 10% alle agenzie non la do", ma poi sono pronti a far guadagnare le Ota o le dmc estere. Non c’è sinergia ed è incomprensibile - aggiunge - come questa condotta sia diffusa tanto al Nord quanto al Sud”.

Un atteggiamento stigmatizzato anche da Maria Luisa Fossaroli, alla guida dell’agenzia viaggi Mirò di Ancona. “I nostri accordi sarebbero più premianti rispetto a Booking, ma chissà per quale motivo non sono disposti a riconoscerci le commissioni. Forse dovremmo fare una riflessione approfondita su tutti i cattivi comportamenti, compresi i nostri, che hanno preso piede all'interno del Mare Italia. Servirebbe a capire perché anche la nostra clientela lungo raggio più fedele fa oggi fatica a entrare da noi per chiederci destinazioni di casa nostra”.

Il rialzo dei prezzi
Punta invece l’attenzione sul rialzo delle tariffe Cesare Foà, alla guida della Fancy Tour di Napoli. “I prezzi - dice - sono folli. Ho quotato in questi giorni un villaggio in Puglia che ha prezzi paragonabili, se non superiori, alla Polinesia. Improponibile anche se parliamo di alta stagione”. Stesso ritornello quello di Nadia Cimini, titolare della Miramed Travel di Termoli, Campobasso: “I prezzi sono aumentati ulteriormente, ma non i servizi. In media, rispetto al pre-Covid, una pratica per una famiglia è quasi raddoppiata. È vero che anche questa sarà un’estate di prossimità, ma non si può giocare così con i clienti. Così rischiamo di farci male tutti”.

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