Ejarque: così alberghi e destinazioni possono sganciarsi dalle Ota

Il web non ha eliminato l’intermediazione. Ne ha creata una nuova, fatta di Online Travel Agency e siti di comparazione. Parola di Josep Ejarque (nella foto), esperto di destination management.

Il rishcio delle Ota, secondo Ejarque, è l’appiattimento dell’offerta. “Spesso non si vede la differenza tra un albergo e l’altro”. E questo crea una sorta di ‘soglia di sopravvivenza’ per le destinazioni: “Se le mete dipendono al 20 per cento dalle Ota, tutto va bene - afferma l’esperto -. Intorno al 30 per cento possono esserci dei rischi. Se si arriva al 50 per cento, iniziano i problemi”. E in Italia? “Qui siamo tra il 35 e il 40 per cento”.

Ma come fare a ridurre questa percentuale? Secondo Ejarque, il segreto è “mettersi dalla parte del cliente” e capire come gli utenti finali scelgono una destinazione. E questo avviene ricordando i fattori che determinato l’acquisto di una vacanza: “Nella destinazione deve essere qualcosa di nuovo, deve essere facile e devono esserci attività da svolgere. Inoltre, deve essere autentica”. I tre punti fondamentali devono dunque essere la differenziazione, il valore aggiunto e l’elaborazione di proposte in ottiche di mercato.

Il tutto si traduce in tre chiavi principali per il successo di un prodotto turistico: “Value for money, value for time e value for experience”. E per riuscire a offrire tutti e tre, è indispensabile conoscere cosa vuole il turista.

L’analisi di Ejarque, a questo punto, si sposta dunque su quelle che saranno le richieste dei clienti nel 2020, “perché, con un panorama in veloce evoluzione, ormai gli scenari si fanno a 3 anni…”, puntualizza l’esperto.

Tra i punti fondamentali, i viaggi in famiglia, “con un’accezione diversa rispetto al passato: ora ci sono nonni che viaggiano con i nipoti, o bambini in vacanza con un solo genitore”. Poi, il bleisure, cioè un’offerta che unisca al viaggio business anche una componente leisure. E poi l’attenzione al target senior, una notevole risorsa per tutto il turismo.

I viaggiatori del 2020, inoltre, cercheranno il tailor made, vorranno vivere il viaggio come i ‘locals’ e attribuiranno un valore fondamentale ai social media.

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