Affitti brevi, la rivoluzione: attività d’impresa oltre i tre appartamenti

L’obiettivo è cambiare le regole del gioco per gli affitti brevi con una norma ben precisa: una soglia massima di tre appartamenti in affitto per non essere considerati “impresa”. A rivelare il progetto è il ministro dei Beni culturali e del Turismo, Dario Franceschini, che intende in questo modo frenare chi arriva ad affittare anche dieci o venti case, facendo - secondo lui - di fatto concorrenza sleale agli alberghi.

Sotto la soglia dei tre appartamenti, spiega il ministro, si continuerà a godere di regole semplificate e più convenienti. Oltre le tre case si parlerà, invece, di una vera e propria attività d’impresa che, quindi, sarà trattata fiscalmente come le altre aziende del comparto.

L'obiettivo
L’obiettivo, aggiunge in un’intervista a La Stampa, non è penalizzare i singoli cittadini, né tantomeno colpire il turismo esperienziale, con un'esperienza che consente al turista di capire come si vive all’italiana proprio soggiornando in una casa del posto. Dunque, si discriminerà “tra chi affitta nello spirito originario di Airbnb e chi, invece, maschera una normale attività di impresa”.

Novità sulla tassa di soggiorno
La norma è già stata sottoposta al Ministero dell’Economia e sarà inserita nel collegato turismo, che potrebbe diventare legge già nel periodo giugno-settembre di quest’anno.

Altra novità si sta preparando a proposito della tassa di soggiorno: non sarà più legata alla categoria dell’hotel, bensì diventerà una percentuale sul costo della stanza, con un massimo di 5 euro a persona.

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