Lavoro nel turismo, è allarme ‘mismatch’: ecco le figure che non si trovano

È allarme ‘mismatch’ nel mercato del lavoro turistico. Come denunciano da mesi diverse associazioni di categoria, nonostante l’alta offerta di posti le aziende fanno fatica a reperire personale. E un’ulteriore conferma del fenomeno arriva ora dall’ultimo rapporto Unioncamere e Anpal, riportato su ilsole24ore.com.

Sebbene nel turismo si conti un fabbisogno di 387.720 lavoratori da impiegare negli ambiti dei servizi di alloggio, ristorazione e turistici classici, risulta quasi impossibile trovare risorse umane che possano soddisfare questa esigenza.

Le figure ricercate
In particolare, sottolinea il rapporto, mancherebbero quasi 4 figure su 10. Si tratta perlopiù di profili classici, di facile reperimento in periodo pre-pandemico: receptionist, cuochi e camerieri. Ma si fatica a trovare anche nuove leve, giovani da formare attraverso percorsi ad hoc.

Sotto accusa, ancora una volta, il reddito di cittadinanza. Il rischio di perdere l’ammortizzatore per un impiego stagionale di breve durata sta spingendo sempre più persone a rinunciare agli incarichi. Un problema già sottolineato anche dal ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, che nelle scorse ore ha avanzato una proposta: “Ai percettori che accettano un lavoro stagionale – ha dichiarato il titolare del dicastero - proponiamo di versare comunque il 50% del reddito di cittadinanza come forma di incentivo al lavoro”.

Il reddito di cittadinanza, così come la Naspi, secondo il ministro vanno rivisti “perché – ha spiega - sono un ostacolo all'incontro tra domanda e offerta di lavoro, ma serve anche un ripensamento sui voucher”.

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