L’hotel ‘vivo’ che muta ogni anno: Bullo svela i segreti del Londra Palace

È una dimora storica, è l’unico Relais & Châteaux della Laguna, ha 100 finestre affacciate sul bacino di San Marco, non ha una camera uguale all’altra ma soprattutto è una struttura viva, capace di rinnovarsi di stagione in stagione in un continuo progetto di refurbishment che dura, ormai, da un decennio.

Sono tante le caratteristiche che rendono il Londra Palace Venezia un unicum nel panorama della ricettività high level di Venezia.

Un upgrading costante
“Da noi il restyling è un processo in fieri - spiega il Maître de Maison Alain Bullo (nella foto), testimone e voce narrante, da oltre 20 anni, della costante evoluzione della struttura -, un lungo viaggio che dura appunto da dieci anni e che ci ha portato a un upgrading costante, con un investimento multimilionario che ci ha trasformato in un cinque stelle con un nuovo nome: da Londra Palace a Londra Palace Venezia, quasi a voler rimarcare il legame con il territorio”.

Lavori in corso
“Lo scorso anno – aggiunge - abbiamo rifatto la lobby, quest’anno abbiamo inaugurato due suite a tema, una dedicata a Verne e una a Borges, entrambi ospiti dell’hotel. E nel 2023 ci occuperemo delle junior suite ad angolo con terrazza, con l’obiettivo di aumentare ulteriormente l’effetto wow”.

Mix tra antico e moderno
Effetto garantito dal mix tra stile contemporaneo e legami con la storia del palazzo e la cultura veneziana: le sete, i velluti e broccati utilizzati all'interno sono, infatti, chiaramente individuabili come gli elementi tradizionali locali, ma sono stati ridisegnati aggiungendo alle linee storiche stilizzazioni geometriche e figure astratte. “Ogni stagione riserviamo ai nostri ospiti qualcosa di nuovo – sottolinea Bullo -. Quest’anno, ad esempio, abbiamo adottato il colore verde introducendo elementi aggiuntivi nelle camere e, inoltre, abbiamo messo in molte di queste il parquet invece della moquette. Tutte belle sorprese per la nostra clientela, composta in buona parte da repeater i quali, il più delle volte, chiedono la stessa stanza e la ritrovano sempre un po’ diversa: la camera si evolve con loro”.

Il giugno migliore di sempre
Repeater che, appena si sono riaperti i confini, sono tornati in un numero addirittura inaspettato: “Lo scorso giugno, per noi, è stato il migliore di sempre anche per quanto riguarda i ricavi, con l’adr salito di oltre il 40% rispetto a quello del 2019 - sostiene Bullo -. Il nostro primo mercato è quello statunitense, seguito dall’inglese e dal francese. Gli italiani sono solo il 4-5% sul totale dei nostri ospiti”.

E sono proprio gli americani che consentono di mantenere una stagionalità allungata: “Viaggiano da aprile fino a metà novembre, sono big spender e quest’anno sono anche allettati dalla parità di cambio euro-dollaro. In Usa i costi sono altissimi, a loro venire in Europa conviene e l’Italia ha sempre un posto privilegiato nei loro cuori”.

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