Green Pass e vaccini: incoming sotto scacco

Obbligo di Super Green Pass per chi dorme in una struttura alberghiera, ma non per gli stranieri che arrivano dall'Ue e sbarcano nei nostri aeroporti. È il cortocircuito normativo che da alcuni giorni sta accendendo un nuovo fronte di protesta tra gli addetti ai lavori dell’incoming preoccupati per l’asimmetria tra le politiche per l’ingresso dei turisti europei in Italia e quelle per il soggiorno in hotel.

Un “disallineamento normativo” che, secondo il presidente di Federalberghi Roma Giuseppe Roscioli, avvantaggia il “Far West delle strutture ricettive che operano fuori dalle regole, la cosiddetta ‘shadow economy’ composta da migliaia di alloggi fantasma che - spiega - esercitano attività ricettiva eludendo sostanzialmente le leggi e che la nostra categoria denuncia da anni”.

Le ricadute sui trasporti
Ma anche l’Ibar sollecita un intervento urgente del Governo per evitare cancellazioni e la riduzione dei collegamenti con l’Italia. “Le compagnie aeree - avverte -, piuttosto che affrontare il rischio di trovarsi con equipaggi bloccati alla porta di ingresso degli alberghi per il mancato riconoscimento delle rispettive certificazioni, stanno seriamente valutando la possibilità di ridurre i collegamenti con l’Italia”.

Il nodo dei vaccini
Arriva invece da Fiavet la richiesta di riconoscere i vaccini russo e cinese per estendere il Green Pass anche a questi mercati. “Se non apriamo a tutti gli stranieri e in particolare al mercato russo e asiatico - osserva la presidente Ivana Jelinic - altri Paesi concorrenti lo faranno e oltre a perdere punti nella classifica mondiale del turismo perderemo l’occasione di una ripresa sostenibile e integrata”.

Ti è piaciuta questa notizia?
Condividi questo articolo
Iscriviti a TTG Report, la nostra Newsletter quotidiana
Più lette
Oggi
Settimana