Italiani in viaggio,le nuove restrizioni dei Governi esteri

Si allunga la lista dei Paesi che, per contenere la trasmissione del coronavirus, impongono restrizioni ai viaggiatori provenienti dall’Italia. In Europa l’ultimo in ordine di tempo segnalato dal sito viaggiaresicuri.it della Farnesina è l’Austria, le cui autorità hanno disposto che i passeggeri dei voli provenienti dalla Lombardia siano sottoposti a controlli sanitari. Nel caso di una sintomatologia riconducibile al virus, come ad esempio la febbre, saranno sottoposti a un’intervista con un medico e potranno poi essere condotti in ospedale per effettuare dei test; dal canto loro, le compagnie aeree hanno l’obbligo di raccogliere e consegnare alle autorità competenti i dati dei passeggeri.

E mentre in Finlandia Finnair annuncia la cancellazione dei voli diretti Helsinki-Milano tra il 9 marzo e il 7 aprile, in Svizzera Swissair, in risposta alla riduzione della domanda, ha deciso - attualmente fino alla fine di marzo - la riduzione dei collegamenti diretti con Milano, Firenze, Roma e Venezia.

La situazione in Africa
Numerosi gli Stati africani che impongono restrizioni ai nostri connazionali; misure particolarmente severe quelle dell’Uganda, che obbliga a una quarantena di 14 giorni tutti i viaggiatori provenienti dall’Italia, anche in assenza di sintomi, con monitoraggio giornaliero da parte delle autorità sanitarie locali. In quarantena obbligatoria anche i viaggiatori che, provenendo dall’Italia, atterrano in Congo.

Controlli termici e sanitari in aeroporto, invece, per chi atterra negli scali algerini; per i casi sospetti è previsto l'isolamento e il trasferimento in una struttura ospedaliera dedicata. Identiche le misure adottate dal governo della Tanzania e da quello semiautonomo di Zanzibar, che hanno disposto controlli su tutti i passeggeri in arrivo negli aeroporti internazionali e nel porto di Zanzibar.

Controlli sanitari in aeroporto anche per il Kenya. Per i viaggiatori provenienti dall’Italia le autorità locali, in caso di rilevazione di sintomi compatibili con il Covid-19, potranno disporre ulteriori accertamenti sanitari e misure di quarantena, oppure il rientro immediato in Italia, con la possibilità di un’estensione di tali misure anche a chi abbia viaggiato con lo stesso mezzo. Secondo la Farnesina conviene munirsi di certificato medico, con traduzione in inglese, che attesti l’assenza di contagio da coronavirus.

Le autorità dello Zimbabwe hanno smentito la notizia relativà alla necessità, per i viaggiatori provenienti da Paesi interessati da Covid-19, di presentare un certificato medico che specifichi che il viaggiatore è negativo al virus. La Farnesina raccomanda comunque ai viaggiatori di monitorare il sito viaggiaresicuri.it per ulteriori aggiornamenti.

Il lungo raggio
In Asia la Malesia ha rafforzato le misure di controllo con indicazioni che, però, differiscono da Stato a Stato. Il Sarawak, ad esempio, ha disposto il divieto di ingresso per tutti i viaggiatori di qualsiasi nazionalità che, nei 14 giorni precedenti l’arrivo in Sarawak siano stati in Italia. A questa misura fanno eccezione i residenti permanenti in Sarawak e coloro che hanno visti di lavoro o studio, per i quali è previsto un periodo obbligatorio di 14 giorni di quarantena domiciliare. 

Non ci sono, invece, particolari restrizioni per l’ingresso nello Stato federale di Sabah, che invece blocca chi sia stato in Cina. Il Dipartimento malese per l’Immigrazione ha comunque predisposto, nei punti di ingresso internazionali, dei desk dedicati per i viaggiatori provenienti da Italia, Corea del Sud, Giappone e Iran. Sono state inoltre introdotte misure di controlli sanitari negli aeroporti, con screening per la rilevazione della temperatura corporea e possibile quarantena per chi presenti sintomi febbrili. 

Più drastica la decisione di Singapore, le cui autorità hanno emanato, a partire dalle 23.59 di ieri 4 marzo, il divieto di ingresso e di transito dall’aeroporto di Changi per tutti i viaggiatori che siano stati in Iran, Corea del Sud o Nord Italia nei 14 giorni precedenti l’arrivo a Singapore. Tale divieto è entrato in vigore ieri e riguarda chiunque provenga dalle aree menzionate e dichiari, sotto la propria responsabilità, di aver soggiornato o essere transitato in tali aree nei 14 giorni precedenti.

In continua evoluzione, invece, la situazione della Cina, dove in alcuni casi le municipalità stanno introducendo l’obbligo di quarantena, anche in strutture dedicate, per connazionali provenienti dal nostro Paese o dalle sue aree considerate a rischio. In molte città, a partire da Pechino, le autorità stanno inoltre introducendo stringenti misure limitative dei movimenti.

In Nepal, invece, a tutti i cittadini italiani in arrivo è richiesto il certificato medico e, a partire dal 10 marzo, sarà temporaneamente sospesa l’emissione dei visti all’arrivo alla frontiera per i cittadini italiani. I connazionali che volessero recarsi in Nepal potranno richiedere un visto, prima della partenza, alle missioni diplomatiche nepalesi nel mondo (in Italia, al Consolato onorario del Nepal con sede a Roma). 

Passando alle Americhe, l’Ecuador richiede agli italiani o a chi proviene dal nostro Paese la compilazione di un’autodichiarazione sul proprio stato di salute; chi non presenta sintomi di infezioni respiratorie sarà lasciato passare.
Panama, invece, conferma l’introduzione di un periodo di vigilanza a domicilio di 14 giorni per chiunque provenga dal nostro Paese, con controlli di persona o telefonici da parte del personale sanitario.

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