L’allungo della Tunisia e il ritorno dei charter

Il mondo riapre al turismo e la Tunisia vuole riconquistare il ruolo che rivestiva prima della pandemia.   
Fra le destinazioni che stanno faticosamente riprendendo il cammino, il Paese nordafricano occupa una posizione di primo piano. Questo almeno a giudicare dal numero dei nostri tour operator che stanno tornando a scommetterci, a cominciare dal Gruppo Nicolaus, che ha effettuato grandi investimenti a firma  Valtur, Nicolaus Club, Raro e Turchese. “Siamo contenti di tornare a programmare una meta quale la Tunisia, dal considerevole peso strategico per l’Italia, che permette al mercato di disporre di un grande numero di proposte caratterizzate da un rapporto qualità-prezzo unico. Torna finalmente dopo due anni e può essere considerata una novità per questo 2022 che vede il pieno ritorno dell’outgoing. Abbiamo pensato globalmente come Gruppo, costruendo un’offerta sinergica tra i nostri brand” aveva commentato Gaetano Stea, direttore prodotto, nel presentare la novità che conta su  un’ampia disponibilità di voli.  Nicolaus non è il solo a crederci; basti pensare all’offerta messa a punto da nomi del calibro di Veratour,  Europa World, Fruit Viaggi, o dalle principali compagnie crocieristiche, che sono tornate a fare scalo a Tunisi.

I punti di forza
“Sono molti i t.o. che hanno ripreso a programmare la Tunisia - conferma il direttore per l’Italia dell’ente nazionale tunisino per il turismo, Souheil Chaabani -. La voglia di partire è grande e coinvolge tutti i target di clientela, che hanno a disposizione un’offerta di voli charter ampia. Dopo la riapertura ai viaggi internazionali, la sensazione è che il mercato italiano si stia rimettendo in moto e la Tunisia rappresenta un bacino d’elezione dove dirigersi. Vicinanza, ottimo rapporto qualità-prezzo, sicurezza  - praticamente tutti i lavoratori nel settore turismo sono stati vaccinati – sono elementi da non sottovalutare”.  

Sostegno ai charter
In più il nostro mercato può contare sul sostegno dell’ente non solo nell’ambito della formazione rivolta al trade, che si svilupperà mediante viaggi studio, campagne congiunte con i t.o., serate, partecipazione alle fiere, ma anche grazie a un “piano di sovvenzioni per i collegamenti charter – a eccezione dei mesi di altissima stagione - messo a punto dallo stesso Governo tunisino, il cui meccanismo verrà annunciato a breve”. E anche se oggi è impossibile stilare una previsione sul 2022, Chaabani è ottimista: “Il turismo procurava il 14% del nostro Pil; nel 2019 il Paese ha ospitato circa 125mila italiani. È tempo di voltare pagina, le premesse sono positive”.

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