Big Brother is watching (il vostro conto corrente bancario)

Lo scorso giovedì 13 dicembre è stato finalmente convertito in Legge il Decreto Fiscale 2019 nel suo testo definitivo: chi segue questi argomenti ricorderà che il testo del Decreto era stato pubblicato lo scorso 23 ottobre, ma l'iter parlamentare lo ha particolarmente stravolto e modificato, per rispettare gli stretti vincoli imposti dall'Unione Europea.

Tra le novità introdotte, ne trovo una particolarmente invasiva e pesante che è passata sostanzialmente sottotraccia: l’accesso della Guardia di Finanza ai dati dei conti correnti bancari.

Siamo tutti molto concentrati sulle problematiche (che alcuni chiamano "opportunità") introdotte dalla fatturazione elettronica o dalle nuove possibilità di rottamazione delle cartelle esattoriali, e ciò fa passare quasi inosservato il fatto che i dati relativi ai rapporti finanziari (sostanzialmente: le movimentazioni dei nostri conti correnti bancari) saranno a piena disposizione della Guardia di Finanza che li conserverà per un periodo di ben 10 anni.

Esatto, avete capito bene: ai dati dei nostri conti in banca potrà adesso accedere non solo l'Agenzia delle Entrate, per le sue consuete attività di verifica e controllo, ma anche il corpo militare della Guardia di Finanza, ed il tutto senza alcuna preventiva autorizzazione da parte della Magistratura, senza una esplicita richiesta e senza una valida motivazione: siamo tutti sotto controllo, per presunzione di colpevolezza.

I più allarmisti parleranno di "Grande Fratello Fiscale": un corpo militare (la Guardia di Finanza) preleverà ogni trimestre, indiscriminatamente, tutti i saldi e le giacenze medie di tutti i conti correnti bancari (privati o società, imprese o famiglie).
I più fiduciosi, invece, parleranno di "approccio investigativo" alle indagini finanziarie, per cercare di porre un freno finalmente all’evasione fiscale.

Personalmente non mi schiero né a favore, né contro, ma mi limito a constatare che tutto ciò stride fortemente non solo con gli intenti di modernizzare e "pacificare" il rapporto tra fisco e contribuente, ma contraddice i punti salienti di quello che è lo "Statuto del Contribuente", che è una Legge (n. 212 del 27/7/2000), seppur sistematicamente ignorata, ma comunque Legge dello Stato che tra i suoi vari articoli prevede, espressamente:
– art. 10:  I rapporti tra contribuente e amministrazione finanziaria sono improntati al principio della collaborazione e della buona fede,
– Art 12:  il contribuente ha diritto di essere informato delle ragioni che abbiano giustificato eventuali verifiche e dell'oggetto che le riguarda

Giulio Benedetti – Studio Benedetti Dottori Commercialisti – www.studiobenedetti.euwww.iva74ter.it

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