Il commento del direttore
Remo Vangelista
Hilton guida il ranking delle 20 migliori aziende italiane che si sono distinte per il loro impegno concreto in materia di diversità, equità e inclusione. È quanto emerge dall’edizione 2025 della classifica Best Workplaces for DE&I, stilata da Great Place to Work Italia. Un ranking elaborato in base al parere espresso da quasi 100mila collaboratori attivi all’interno di diverse organizzazioni, suddivise queste ultime in base al numero di dipendenti.
Tra i principali indicatori presi in considerazione per stilare il ranking il DE&I Index, che misura quanto l’ambiente di lavoro e la cultura aziendale vengono percepiti corretti e inclusivi da parte delle persone riguardo equità del trattamento, accessibilità e coinvolgimento da parte dei manager, assenza di discriminazioni basate su caratteristiche personali, ambiente inclusivo e accoglienza, sicurezza psicologica garantita dall’azienda e possibilità di un corretto bilanciamento tra vita personale e lavoro.
Al primo posto, dicevamo, c’è Hilton, società che, a livello mondiale, vanta un portafoglio di 22 marchi che comprende quasi 7.400 proprietà e oltre 1,1 milioni di camere, in 124 Paesi e territori. Al secondo posto si posiziona Cisco e terza classificata è Skylabs. Interessante il dato per cui il 45% delle 20 realtà Best Workplaces for DE&I 2025, quasi una su due, abbiano il loro headquarter in Italia.
“Essere un Great Place to Work For All significa costruire un contesto in cui ogni persona, a prescindere dalla propria identità o dal ruolo che ricopre, si senta accolta, ascoltata e valorizzata all’interno di una cultura organizzativa inclusiva - sottolinea Alessandro Zollo, ceo di Great Place to Work Italia -. Il fatto che quasi metà delle aziende sia italiana e che ci siano altre organizzazioni europee dimostra come la carta DEI possa veramente fare la differenza tra un modo di concepire l’impresa in Europa e altrove”.
“Quello che emerge dall’analisi dei dati che danno origine al ranking delle aziende Best Workplaces for DE&I 2025 - prosegue Zollo - è che l’inclusione non è un insieme di policy, ma un vissuto reale, fatto di esperienze quotidiane di rispetto, fiducia e riconoscimento. È su questa base culturale che si innesta la capacità di innovare e affrontare il cambiamento”.