Nel deserto di Lawrence

La proposta è arrivata dal ministro per il turismo della Giordania, alla fine di un incontro ad Amman qualche anno fa. "Dovete passare una notte a Wadi Rum". E siccome le volontà dei ministri viaggiano su corsie a scorrimento veloce, ci hanno riportati di corsa in albergo per fare i bagagli, e via sulla strada che portava verso il deserto.

La vallata di Wadi Rum è stata resa famosa dall'ufficiale inglese T. E. Lawrence, meglio conosciuto come Lawrence d'Arabia.  Nel suo libro I Sette Pilastri della Saggezza, racconta delle sue esperienze nel deserto durante la rivolta araba contro l'Impero Ottomano nel '900. E come dimenticare il kolossal di David Lean con il bravissimo Peter O'Toole nel ruolo dell'affascinate Lawrence,  e il tenebroso Omar Sharif che interpretava il suo nobile avversario?

Arrivati a Wadi Rum, ci hanno portato attraverso le dune per ammirare lo scenario lunare e i colori bruniti del deserto, e abbiamo trovato bellissimi esempi di pittura rupestre. A quei tempi a Wadi Rum non c'erano né alberghi né campi tendati, e prima del tramonto una carovana di guide beduine è arrivata su fuoristrada e, in quattro e quattr'otto, hanno montato tante piccole tende, distribuendole a forma di mezzaluna sotto le dune.

Calato il sole, seduti su ricchi tappeti intorno al grande fuoco, abbiamo cenato con lo Shrek, il sottilissimo pane dei beduini, e lo Zarb, il barbecue del deserto composto da verdure, carne di pollo e montone cotti su carboni ardenti sotto la sabbia. Una cena gustosissima, innaffiata con l'arak, detto anche latte di leone, il forte distillato del deserto dallo spiccato gusto di anice.

E tutto intorno, un silenzio fragoroso sotto un cielo pericolosamente colmo di stelle, in quel magnifico deserto che per Lawrence era "vasto, echeggiante e simile a una divinità".

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