Per dimenticare le mie paure

L’abbiamo saputo solo all'ultimo, quando ci trovavamo già nella Basilica di San Lorenzo a Firenze. "Vi portiamo dentro una stanza che apriamo molto raramente e solo per i più grandi studiosi dell'arte".

Una stanza segreta nel cuore della città dove, ci hanno spiegato, saremmo entrati in gruppi di tre e con il divieto di parlare perché "il vostro fiato avrebbe un effetto deleterio sulle pareti".

Scendendo pochi gradini di pietra ci siamo trovati nella piccola camera, sette metri per due, dove Michelangelo, sfuggendo alla vendetta dei Medici, trovò rifugio per tre mesi nel 1530.

Nel 1970, quando l'allora direttore del Museo del Bargello fiorentino fece togliere l'intonaco dalle pareti, sono stati riportati alla luce dozzine di disegni a carboncino. Qui un autoritratto, lì una testa che sembra quella di Leonardo, là un nudo con le sembianze del Davide e tanti altri schizzi dalla mano del grande maestro.

Per noi il brivido si trovarci a tu per tu con uno dei più grandi artisti di tutti i tempi, il fiato sospeso e il cuore che batteva a mille per questo incontro intimo con l’arte straordinaria di Michelangelo che, dopo la sua evasione, scrisse: “Per dimenticare le mie paure ho riempito le pareti di disegni”.

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