Body scanner: sicurezza, ma con rispetto

Diritti della privacy contro esigenze di sicurezza 1-0. E non c'è 11 Settembre che tenga.

Gli Stati Uniti hanno preso la storica decisione di mandare in pensione i famigerati body scanner, parola tra le più gettonate del primo decennio di questo secolo. Anni di rincorsa allo strumento più efficace per scrutare sotto le vesti dei passeggeri alla ricerca di quegli elementi che potessero fare anche solo presumere un ripetersi di quel tragico mattino di New York, quando due aerei in sequenza fecero crollare le Twin Towers con il loro contenuto di migliaia di esseri umani.

Terrore e panico avevano acceso la corsa alla creazione di strumenti in grado di porre rimedio a una falla che aveva consentito ai terroristi di passare inosservati e mettere il atto il loro inimmaginabile piano. E allora è partita la rincorsa ai body scanner, per potere tirare qualche sospiro di sollievo una volta posizionati, negli Stati Uniti come nel resto del mondo.

Ma la potenza della tecnologia molto spesso ha un rovescio della medaglia ed ecco la falla: in quegli schermi apparivano uomini e donne, bambini e bambine in tutta la loro privacy, spogliati e denudati in nome della sicurezza; e davanti agli schermi venivano posizionati probabilmente ufficiali tenuti a nascondere il proprio imbarazzo. Forse un po' troppo per promettere ai parenti delle vittime dell'11 Settembre che non sarebbe mai più successo.

La Transport Security Administration ha detto basta. Via tutti i Rapiscan, 174, e spazio a strumenti che facciano il loro dovere in forma anonima, efficace, decente: con la promessa ai parenti delle vittime delle Torri Gemelle che si farà di tutto perché l'11 Settembre non si ripeta mai più. Con il rispetto di tutti.

Twitter @linovuotto

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