L’anno delle tariffe pazze Il mercato sotto assedio

La ripresa, per certi versi vorticosa e inaspettata delle prenotazioni, porta con sé alcune problematiche che tutto il mercato sta affrontando a vari livelli, legate a una dinamica dei prezzi incontrollata, che va inevitabilmente a incidere sulla materializzazione dei preventivi e sull’instabilità delle tariffe.  

“Stiamo registrando un tasso elevatissimo di domanda di preventivo, al quale non corrisponde una conversione in prenotazioni – commenta il ceo di Mappamondo Andrea Mele -. Certo, la domanda verso le mete a lungo raggio è ripartita fortissimo, ma spesso il cliente non si rende conto del livello dei prezzi attuale e, dopo aver valutato il preventivo proposto dall’agenzia, finisce per rinunciare al viaggio. Questo comporta per noi un grande dispendio di energie e proprio per questo stiamo cercando di filtrare le richieste che ci arrivano, chiedendo in anticipo alle agenzie qual è il budget sul quale il cliente si sta orientando”.

Questione preventivi
Che la situazione sia confusa emerge anche dalle parole di Alessandro Simonetti, titolare di African Explorer - World Explorer, che segnala la difficoltà nel gestire una gran mole di preventivi di viaggi su misura, che vanno comunque messi a punto con cura e che quindi richiedono tempo. Anche se, segnala il manager, “stiamo tornando all’advance booking, in quanto in alcuni casi i clienti, consigliati dagli adv, si rendono conto che il problema dei voli, sia in termini di costi sia di disponibilità, e della capacità ricettiva limitata di alcune destinazioni, impone una prenotazione anticipata per garantirsi i servizi migliori”.

“Bisogna smettere di guardare al 2019 come all’anno di riferimento per ripartire – aggiunge Mele -, in quanto le condizioni sono profondamente mutate, a cominciare dalla disponibilità di collegamenti aerei e di conseguenza di tariffe concorrenziali e trasparenti sulle quali poter fare affidamento”.
Il problema dei prezzi in aumento “a doppia cifra” è reale anche se, segnala il direttore commerciale di Veratour, Massimo Broccoli, non dissuade i clienti – specie altospendenti – a prenotare un viaggio in adv.

Il fronte incoming
Sul fronte incoming i problemi anche per gli albergatori non mancano: “La volatilità dei prezzi delle materie prime e dei fornitori e l’incertezza sui costi di gestione sono ormai tali – sostiene Francesco Lazzarini, ceo di Omnia Hotels – che per certi aspetti la prenotazione last minute, pur con lo stress gestionale che comporta per tutta la struttura, ci consente di calibrare un prezzo più corretto rispetto a un preventivo effettuato parecchi mesi prima del soggiorno”.

“Bloccare i prezzi è impossibile – aggiunge Andrea Sabato, general manager della pugliese Talea Collection -; siamo costretti a rivederli al rialzo per adattarli a un quadro in costante mutamento sia sul fronte dei rincari energetici, sia per la difficoltà di reperimento delle materie prime”. A questo proposito già nel 2022, aggiunge, il gruppo ha dovuto stoccare a inizio anno diverse forniture, “dal materiale da imballaggio ai vini”, e il problema rischia di ripetersi anche nel 2023.

I costi extra
La fluidità delle tariffe è uno dei problemi evidenziati anche da Ada Miraglia, direttore commerciale CDSHotels: “L’aumento dei costi energetici, del personale e delle materie prime è un dato di fatto che solo in parte riusciamo ad ammortizzare – spiega -, è inevitabile ritoccare le tariffe”.
Ma la volatilità dei prezzi sembra non preoccupare la clientela up level, la cui disponibilità di spesa è aumentata rispetto al pre-Covid: “A oggi per la nostra struttura extralusso Villa Paola – sottolinea Luca Giuliano, ceo della calabrese Mediterranean Hospitality – abbiamo già bloccato il 30% di camere disponibili nel periodo di apertura, da aprile a fine ottobre”.

Isabella Cattoni e Stefania Galvan

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