Alpitour:la prima mossa di Burgio

“Un passo fondamentale per fronteggiare l’attuale situazione”. L’amministratore delegato di Alpitour Gabriele Burgio decide di uscire allo scoperto e firma una lettera indirizzata ai dipendenti di Cuneo per spiegare che il gruppo non ha cambiato idea: chiusura per la sede cuneese e trasloco di tutti nei nuovi uffici di Torino. La decisione della vecchia dirigenza viene, dunque, confermata dalla nuova guida Alpitour.

Nessun passo indietro (le probabilità erano poche) perché “avere la nuova sede torinese di via Lugaro rappresenta un passo fondamentale per fronteggiare la difficile situazione di mercato e continuare a crescere”.

La lettera scritta ai dipendenti chiude anche i piccoli spiragli intravisti a inizio primavera e riconferma la linea scelta dalla precedente gestione di Daniel John Winteler. Niente da fare, dunque, per i 200 dipendenti della storica sede cuneese che hanno lottato in ogni modo per evitare la chiusura degli uffici, sensibilizzando le autorità politiche della Regione e inviando appelli anche alla stampa.

Burgio nella lettera sostiene che “la nuova proprietà ha completato il processo di acquisizione del Gruppo con la certezza di una decisione già presa su questo tema. Pur conscio dei disagi che questa situazione può comportare per molti di voi, sono arrivato alla conclusione che avere la nuova sede sia un passo fondamentale per fronteggiare l’attuale difficile situazione di mercato e per continuare a crescere”.

La vicenda approda nuovamente in queste ore negli uffici del Ministero per lo Sviluppo economico, ma appare improbabile una marcia indietro last minute della nuova proprietà di Alpitour. Una proprietà che auspica “un dialogo tra rappresentanti sindacali e aziendali”.

La situazione del mercato
Ora, a parte il riassetto delle sedi del gruppo, il presidente e amministratore delegato dovrà cercare contemporaneamente di registrare la macchina dei ricavi. Alpi, come il resto del mercato, sta subendo la crisi economica in maniera evidente. Su alcune linee di prodotto il calo delle vendite si è ormai assestato da qualche mese sulla doppia cifra e servono azioni immediate.

Se per mete come la Grecia non basterà agire sul prezzo, perché è la destinazione che preoccupa il consumatore, su altre mete a medio e lungo raggio sarà necessario ridare spinta e motivazioni. La linea lusso guidata da Pier Ezhaya nelle precedenti stagioni aveva regalato buone soddisfazioni e una marginalità di tutto rispetto; ora serve fare la giocata giusta anche su questo segmento.

Uno come Ezhaya può fare ancora la differenza, il manager non si discute per conoscenza e professionalità, ma servono segnali importanti e di sostegno dalla nuova Alpitour.

Le attese
Il mercato, intanto, resta in attesa, ma pretende di vedere qualche segnale per capire dove vuole andare l’azienda nei prossimi mesi. Ormai i progetti sulla grande distanza sono diventati inutili, con un comparto soggetto a lunghi periodi freddi e a poche folate di vendite in agenzia. Per questo l’intera filiera non può fare a meno del gruppo torinese, che dispone ancora oggi di risorse in grado di rispondere alle esigenze delle agenzie di viaggi.

La rete network interna si è rafforzata con l’acquisizione (in società con Costa Crociere) del duo Bravo Net/Hp, ma un percorso comune con Welcome non sembra ancora definito nei dettagli. I temi, insomma, sono molti, ma in fasi come queste basta poco per riprendere fiducia e iniziare il percorso di risalita. Le agenzie di viaggi non hanno mai smesso di crederci, ora serve che Burgio e Alpitour mostrino a tutti che si può ripartire. Magari senza urlare, alla vecchia maniera dei torinesi, ma con un messaggio chiaro.

twitter @removangelista

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