Il commento del direttore
Remo Vangelista
C’erano una volta le commissioni, ovvero quell’importo invisibile al cliente che il fornitore riconosceva al dettagliante, calcolandolo in base a una percentuale frutto di complesse trattative.
Un’arma a doppio taglio, perché il più delle volte il cliente non comprendeva il meccanismo per cui la somma che pagava all’agenzia in realtà non andava al dettagliante, bensì al fornitore. E che la cifra effettivamente incassata da chi stava dall’altra parte del bancone era decisamente più bassa.
Le commissioni, come è noto, si sono via via assottigliate, scendendo fino a percentuali infinitesimali nel caso dei biglietti aerei.
E così le agenzie hanno iniziato a calcolare la ‘fee’, ovvero una tariffa applicata al cliente per il proprio servizio. Una cifra evidente, ben segnata nella fattura ed esplicitata anche al cliente.
Il sistema veniva applicato soprattutto alla biglietteria aerea, ma ora si sta diffondendo, a livello mondiale, anche ad altre tipologie di prodotto.
Lo rivela Uno studio condotto dalla World Travel Agents Associations Alliance (WTAAA), ripreso da lechotouristique.com, che ipotizza una vera e propria rivoluzione del business delle agenzie: commissioni addio, benvenuta fee di servizio.
La scelta dei dettaglianti
Lo studio si basa su una serie di sondaggi sul campo e dimostra che sempre più consulenti scelgono di addebitare commissioni di servizio trasparenti direttamente ai clienti, piuttosto che affidarsi alle commissioni dei fornitori, che sono diventate più volatili e meno prevedibili.
Un trend che varia a seconda dei mercati, ma che indica chiaramente la rotta. In Nuova Zelanda, ad esempio, oltre il 95% delle agenzie applica ora commissioni di servizio. E i margini di profitto sono aumentati da meno del 5% (con le commissioni) al 12-20% (a seconda della complessità del viaggio) per transazione con la fee.
In Europa, invece, il tasso di adozione delle commissioni di servizio ha raggiunto il 66%; e tra le agenzie che hanno scelto questa strada, l’85% segnala una maggiore prevedibilità dei ricavi e il 60% registra un aumento della redditività.
Un cambiamento che, evidenzia il report, va a rafforzare le agenzie di viaggi che offrono una reale consulenza, a scapito dei semplici intermediari.
Resta il nodo di come far comprendere al cliente l’addebito cui non era abituato. Ma secondo lo studio le agenzie che spiegano correttamente il conteggio del compenso e cosa questo comprende (ore di ricerca di soluzioni e contrattazione delle tariffe, ad esempio) non hanno riscontrato problemi.