Tavola rotonda"Bisogna cambiare tutto"

È come se il 2012 avesse lasciato una cortina di nebbia che taglia la visuale a tutto il mercato. Così, durante la tavola rotonda organizzata a Milano dalla redazione di TTG Italia, il tema del destino del comparto turistico è stato al centro del dibattito tra i tour operator.

I nuovi rapporti tra tour operator e distribuzione, il peso sempre più ingombrante dei network, una clientela che cambia gusti e desideri molto più velocemente di quanto faccia il prodotto degli operatori: sono tanti gli aspetti messi in luce dai partecipanti all'evento. I quali, di fronte a uno scenario criptico, non si sono nascosti dietro a facili scuse, aprendosi al dialogo senza reticenze.

Nessuna giustificazione, ormai fuori luogo, sull'onda del 'tutta colpa della crisi economica'. Lo scenario attuale non è frutto solo della contrazione dei consumi, ma anche di nuove abitudini di spesa che non si esauriranno nel momento della ripresa. La nuova clientela del turismo (radicalmente diversa da quella di pochi anni fa) è qui per rimanerci. E questo i tour operator hanno dimostrato di capirlo bene.

Il dibattito è aperto: cosa ci sia oltre la coltre biancastra della crisi economica è ancora tutto da scoprire, e ognuno cerca di dare il suo contributo. Si parte da Giuseppe Sergnese, presidente di Value Holding, che dichiara apertamente: "Il futuro è 50 milioni di fatturato e 30 dipendenti". E si arriva fino all'esatto opposto: un Pier Ezhaya che, da direttore commerciale di Alpitour, difende il modello industriale. "Una soluzione – afferma - potrebbe essere aumentare il coefficiente di produttività con economie di scala".

A questo si aggiunge la questione della presenza dei player sul mercato. Un nodo portato al pettine dall'amministratore unico di Alidays Davide Catania: "Secndo me siamo in troppi, sia adv, sia t.o., rispetto a mercati come Germania o Francia". E aggiunge: "Il problema è il cliente da gestire, in altri settori si parlano, nel turismo no".

Le posizioni sono, forse, tante quanti sono i partecipanti. Perché ognuno ha una sua visione del mercato che lo rende diverso da tutti gli altri. Ma, tra le tante analisi che hanno costellato l'ora e mezza di dibattito, quella di Luca Battifora potrebbe incarnare il pensiero di tutti: "Ora tutto è cambiato e bisogna cambiare". Un concetto caro al nuovo direttore generale di Hotelplan, che aveva applicato lo stesso principio già in G40. Una linea sposata anche dal presidente del Quality Group Michele Serra: "Qualcuno di noi guarda ancora al passato con nostalgia - afferma -: il turismo, comunque, c'è e c'è spazio per tutti, ma serve coraggio per convertirsi".

Prodotto, rapporto con le agenzie (quello vero, fatto di collaborazioni e ascolto reciproco), capacità di adattamento, giusta marginalità. I temi lanciati sul tavolo della discussione sono stati tanti. Ora è il momento di passare ai fatti.

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