I segreti di Lundgren, il ceo di easyJet che vuole Alitalia

Avrebbe voluto fare il musicista come suo fratello e per i suoi primi vent’anni il trombone è stato il suo compagno più fedele. Poi il primo vero lavoro come agente di viaggi part time gli ha cambiato vita e prospettive ed è stata una marcia trionfale fino ai vertici di Tui prima e di easyJet prima. Ma la passione, l’esuberanza e la creatività che solo la musica sa darti non l’ha mai abbandonato e a tutt’oggi una delle sua principali caratteristiche viene considerata la convivialità e l’affabilità.

Arriva dalle colonne di Affari e Finanza di Repubblica il ritratto di Johan Lundgren, da oltre un anno al timone della compagnia low cost che, insieme a Delta e Fs, dovrebbe farsi carico del rilancio di Alitalia. Un lungo corteggiamento iniziato molti mesi fa e portato avanti proprio da Lundgren che in Az sembra vedere una grande opportunità.

I risultati del 2018
E che il manager abbia il senso degli affari, nonostante sia arrivato in easyJet senza esperienza diretta nel trasporto aereo, lo dicono anche i numeri: nell’ultimo anno la compagnia ha visto i profitti crescere del 42 per cento (578 milioni di sterline) e i passeggeri passare da 80 a 88 milioni. Ma si è gestito anche tutta la questione di trasformazione in vista di Brexit, con la creazione della succursale a Vienna, senza perdere di vista lo sviluppo continuo.

Il gran rifiuto
Lundgren viene descritto come personaggio anticonvenzionale e fuori dagli schemi e, al di là della passione per la musica, negli anni passati stupì tutti quando, indicato come candidato numero uno per passare da vice a ceo di Tui, fece l’improvviso passo indietro per ritirarsi a vita privata e dedicarsi al giardinaggio. Resistette un paio d’anni, poi arrivò la sfida easyJet. E non si tirò indietro.

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