Rebus Alitalia, il diktat di Delta: senza Atlantia può saltare tutto

Ora tutti gli occhi sono puntati su Atlantia. Per la soluzione del rebus Alitalia, dopo gli ultimi sviluppi di ieri, con la definizione del ruolo di Fs e Ministero dell’Economia e delle Finanze che avranno insieme la maggioranza assoluta, la società controllata dalla famiglia Benetton appare ormai l’unica soluzione percorribile per il partner industriale.

A tessere le fila ci sarebbe in questi giorni direttamente il premier Giuseppe Conte, sceso in campo per fare da intermediario a livello politico (è nota l’ostilità del Movimento 5Stelle nei confronti di chi controlla la Società Autostrade) e convincere Atlantia a investire almeno 300 milioni nella compagnia. Circa il 35 per cento delle quote.

Corsa contro il tempo
E si tratterebbe ora di una corsa contro il tempo senza via d’uscita, secondo quanto riportato anche dall’edizione odierna de Il Messaggero: Delta, infatti, avrebbe messo paletti imprescindibili, pena il ritiro del proprio impegno nella cordata. Un’uscita di scena che manderebbe a monte anche il piano già elaborato insieme a Ferrovie dello Stato e che prevede un ruolo anche in joint venture con Air France all’interno di SkyTeam.

Sembrano quindi definitivamente tramontate le piste che portavano al Gruppo Toto, Claudio Lotito e German Efromovich. I primi due non hanno mai ricevuti particolari consensi e il terzo ha dalla sua l’essere, con la sua Avianca, all’interno dell’alleanza concorrente, Star Alliance. Un ostacolo insormontabile, secondo Delta.

Il cda di Atlantia
Adesso quindi si attendono le mosse di Atlantia. Le uniche dichiarazioni, per ora, riguardano il consiglio di amministrazione già previsto per domani. Alitalia non è all’ordine del giorno ma, hanno fatto sapere dalla società, se ne potrebbe parlare. O, forse, sarebbe meglio dire: se ne dovrà parlare.

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