Il B737 Max non riparte:i vettori rivedono i piani

Ora la situazione relativa al B737 Max si fa seria. O meglio, ancora più seria di quanto non sia già. Con implicazioni che al momento è ancora difficile definire nel dettaglio e quantificare dal punto di vista economico. Perché le ultime ipotesi sul suo ritorno in attività sono state spostate ulteriormente in avanti, ovvero nel 2020 e se questo fosse confermato molte compagnie dovranno rivedere i piani per la winter.

Il fronte Boeing
Intanto la Boeing: al di là dei costi enormi che la sospensione sta avendo sulla casa costruttrice (perdite da 3 miliardi di dollari nel trimestre), nel corso della presentazione dei dati economici i vertici hanno messo le mani avanti: se la situazione legata al software non riuscirà a sbloccarsi entro l’autunno si arriverà a una soluzione drastica: la sospensione della produzione, almeno in via temporanea.

La questione al momento è questa: il nuovo software con tutti gli accorgimenti non sarà pronto prima di settembre e poi dovrà essere sottoposto alla valutazione degli enti preposti. Boeing spera in una soluzione rapida tra ottobre e novembre, ma osservatori e analisti sono più prudenti e parlano appunto di inizio 2020 per il ritorno in volo.

Gli effetti sui vettori
Ma le implicazioni saranno pesanti anche per numerose compagnie aeree in tutto il mondo: infatti nella programmazione invernale non si dovranno più solamente contare gli aerei fermi da ormai qualche mese, ma anche tutti quelli previsti in consegna nella seconda metà di quest’anno: new entry nella flotta con i quali da tempo le compagnie avevano programmato le nuove rotte invernali e che difficilmente potranno essere sostituiti.

Il caso Ryanair
Tra le più colpite da questa situazione c’è Ryanair che, secondo alcuni rumors, avrebbe già iniziato a rivedere i piani d’espansione riducendo gli aerei in alcune basi per spostarli in quelle potenzialmente più produttive. Inoltre sarebbe stato rallentato anche il piano di reclutamento dei nuovi piloti.

Di certo per ora c’è che quando a fine anni si tirerà la riga con la conta finale dei danni la cifra che apparirà sarà di portata senza precedenti.

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