Il 2020 delle compagnieBattaglia ad alta quota

Jet Airways, Germania, Wow Air, Thomas Cook. Sono solo 4 dei tanti vettori che in questo 2019 hanno lasciato la scena del trasporto aereo internazionale in quello che può a tutti gli effetti essere definito l’annus horribilis del settore. Competizione spietata, eccesso d’offerta, modelli di business poco efficaci e casse non sufficientemente solide per resistere all’impatto delle prime difficoltà serie sono state le principali cause che hanno determinato una situazione complessa.

Ora il settore prova a voltare pagina. L’allerta resta alto, soprattutto in Europa, dove gli osservati speciali non mancano (vedi i casi di Norwegian o della stessa Alitalia) e dove il consolidamento vero e proprio non sembra ancora essere iniziato. Ma dalla Iata arrivano messaggi di incoraggiamento oltre che di orgoglio per un comparto che fattura oltre 850 miliardi di dollari.

Lo fa il direttore generale Alexandre de Juniac che, incontrando la stampa internazionale a Ginevra, ha voluto evidenziare come cifre alla mano in comparto il prossimo anno vivrà una nuova stagione di crescita. Intanto ricordando che “volare sarà sempre più alla portata di tutti”. Dal 1998 a oggi, ha aggiunto, il costo medio di un biglietto è sceso di oltre il 60 per cento e l’anno prossimo si passerà a 293 dollari dai 307 attuali.

Un’occasione importante da sfruttare al meglio, ha evidenziato il d.g., nonostante i venti avversi legati anche alle proteste in chiave ambientalista. Un tema che De Juniac anche in questo modo ha voluto affrontare con l’aiuto dei numeri: “Produciamo il 2 per cento delle emissioni di anidride carbonica del Pianeta – ha detto -. Ma non ho visto in altri settori i progressi che sono stati fatti dal trasporto aereo su questo tema”.

Ora la parola passa alle compagnie e in generale al mercato. Le sfide da affrontare restano ancora molte: resta per esempio da sciogliere il nodo del B737 Max, il cui stop è stato la causa di perdite incalcolabili per le compagnie che lo avevano in flotta o avevano puntato su di lui per i piani di sviluppo (Ryanair in primis, che l’anno prossimo si ritroverà con oltre 50 velivoli in meno rispetto alle previsioni per la flotta). E non mancheranno anche nel 2020 le sorprese.

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