Norwegian dopo il lungo raggio Il piano per la trasformazione

C’era una volta una compagnia aerea che portò il sogno impossibile, per gran parte del mercato, del lungo raggio low cost ad altissimi livelli, diventando un modello da imitare. Dietro i successi di Norwegian, però, c’era evidentemente un castello di carta troppo fragile per reggere a lungo e le turbolenze culminate nella pandemia l’hanno definitivamente spazzato via.

L’hanno ammesso ora gli stessi vertici della compagnia nel corso della presentazione ai creditori del piano decennale. Un programma ancora non definito in tutti i dettagli, ma necessario per convincere gli investitori che adesso si cambia e che il nuovo corso sarà tutta un’altra storia. “Il lungo raggio low cost è storia del passato, non ha funzionato”, è stata l’ammissione. Bisogna percorrere altre strade, con passi molto misurati.

Il progetto
Ci saranno tre fasi: la prima per arrivare all’estate mantenendo la licenza con un numero minimo di aerei e rotte operate solo se risultano profittevoli. Poi dall’estate inizierà a prendere forma la nuova Norwegian con un percorso di crescita pensato fino al 2025, ma che per ora è strutturato solo fino alla prima parte del 2022. La fotta partirà con 53 aerei e saranno tutti B737, con la contemporanea dismissione dei 787 (per non cedere alla tentazione di tornare a volare lontano…). Poi dal 2022 si salirà a 68 aerei, sempre dello stesso modello.

Il network
I voli partiranno tutti dalla Scandinavia e saranno a corto-medio raggio in Europa. Fino a che la situazione non si sarà stabilizzata si navigherà a vista e si adatteranno network e schedule in base alla domanda. Poi si vedrà.

Il terzo step verrà poi attivato tra il 2025 e il 2030 quando Norwegian intende dire la sua sulla mobilità del futuro. Ma sarà qualcosa tutta da costruire sulla base di quanto succederà prima.

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