Spese pazze in aeroporto, l’altra faccia della ripresa

C’è un luogo dove la vendita al dettaglio è tornata a correre: gli aeroporti. La ripresa dei viaggi ha infatti avuto un impatto sorprendente nel retail travel degli scali tricolore che, dopo il biennio nero delle restrizioni, hanno potuto in molti casi recuperare i livelli del 2019.

Ma cosa ha portato duty free ed esercizi del food and beverage ad essere presi letteralmente d’assalto? “ll traffico leisure cresce e questo tipo di passeggero - sottolinea Armando Brunini, amministratore delegato Sea Aeroporti Milano - tende a spendere di più. A Linate la spesa media del passeggero dal pre al post-Covid è aumentata del 40%. Mentre il passeggero business conosce l’aeroporto, arriva poco prima del volo e tendenzialmente va verso il gate per imbarcarsi, il passeggero leisure arriva invece prima, è più rilassato e spende di più”.  

Cifre da primato
Numeri record anche per Orio al Serio: “I risultati delle attività commerciali - evidenzia Emilio Bellingardi, direttore generale Milan Bergamo Airport - sono sorprendenti e devo dire per alcuni aspetti inspiegabili. A luglio abbiamo aperto una pelletteria che con 40 gradi vendeva giubbotti di pelle. I duty free hanno visto crescere le vendite del 40% rispetto al 2019, con code continue nel food and beverage”.  

Stesso trend quello riscontrato a Cagliari dove la Sogaer, la società che gestisce l’infrastruttura, ha deciso di ampliare l’area commerciale: “Il non aviation quest’anno - conferma Renato Branca, amministratore delegato Cagliari Elmas Airport - è stato superiore al 2019; è un dato che accomuna molti aeroporti e che - aggiunge - l’anno prossimo ci porterà a spostare i filtri di sicurezza aumentando notevolmente la zona nella quale il passeggero, in tranquillità, potrà visitare ulteriori negozi”.

Ti è piaciuta questa notizia?
Condividi questo articolo
Iscriviti a TTG Report, la nostra Newsletter quotidiana
Più lette
Oggi
Settimana