Trasporto aereo ai livelli pre-CovidLa Iata certifica la ripresa del settore

Gli anni della pandemia sembrano ormai alle spalle, i confini sono riaperti e nonostante lo scenario economico globale ancora incerto, le persone hanno ripreso a volare. In occasione dello Iata Annual General Meeting in corso a Istanbul, Willie Walsh, ceo di Iata, fa il punto sul settore del trasporto aereo.

I dati raccontano di un traffico passeggeri che ha già quasi pienamente recuperato sul 2019 (livelli prossimi al 100%) con aeroporti sempre più pieni e una industry tornata profittevole sebbene con margini risicatissimi. “Con ricavi pari a 803 miliardi di dollari, quest’anno le compagnie aeree si divideranno 9,8 miliardi di dollari di profitto netto guadagnando in media 2,25 dollari per passeggero”, spiega Walsh.

Le criticità
Restano in essere alcune problematiche come l’inflazione, la mancanza di forza lavoro e la pressione dovuta all’aumento dei costi del carburante, fenomeno che si è pienamente manifestato nel 2022 fino ad aprile del 2023.

Altro tasto sensibile concerne l’implementazione di standard globali, vera chiave del successo del settore. Ne è un esempio la possibilità data ai viaggiatori di acquistare servizi aerei con un’unica valuta grazie agli Iata Financial Settlement Systems, la digitalizzazione della supply chain con l’inserimento di processi volti a migliorare sicurezza ed efficienza aeroportuale. “I guai sorgono laddove gli standard non sono adottati per come si deve”, conclude Walsh. “Due dimostrazioni sono date dalla non buona gestione degli slot e da quanto accaduto a Schiphol con l’imposizione, da parte del governo olandese, di un limite alla capacità massima dello scalo”.

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