Costa Crociere e Bluvacanze litigano: chi ha ragione?

Costa Crociere ha chiuso i codici alle agenzie Bluvacanze e questa si è appellata, vanamente, al Tribunale di Genova per farseli riaprire. Chi ha ragione? Tutti e due. Ma con una riserva.

Riassunto delle puntate precedenti: “La scelta di Costa di chiudere i codici a Bluvacanze è riconducibile a un loro drastico calo delle performance di vendita” dichiara il dir. commerciale e marketing Carlo Schiavon.

Bluvacanze non replica, ma le agenzie non sembrano soffrirne: “Dov’è il problema? Noi vendiamo solo Msc, in un anno abbiamo venduto solo una crociera Costa” rivela un’agenzia veneta. “Le agenzie a cui vengono chiusi i codici sono circa 180” puntualizza correttamente Gian Paolo Vairo di TrustForce. “Quindi parliamo di un mercato relativamente modesto, che da anni registra perdite costanti". Una postilla: la scintilla che pare abbia innescato il caso è il fatto che clienti Costa Club (quindi “fedeli” all’armatore genovese), entrati in una Bluvacanze, siano stati “indirizzati” verso Msc Crociere (ovvero il proprietario della rete).

Valeva la pena scatenare questo caos per impedire di vendere Costa a chi già la vendeva poco volentieri? A mio parere, no. Valeva la pena rispettare un po’ di più i desideri dei potenziali clienti Costa, entrati in agenzia? A mio parere, sì.

Conclusione: tanto le scelte di Costa che quelle di Bluvacanze sono commercialmente comprensibili e coerenti con gli obiettivi dei rispettivi azionisti. Quindi incontestabili. Però est modus in rebus.

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