Le agenzie di viaggi faranno una brutta fine. Ancora?!

“Le agenzie di viaggi avranno un futuro difficile e faranno fatica a sopravvivere”. Chi l’ha detto? Bill Gates, quasi trent’anni fa, poco dopo aver fondato Expedia? Stelios Hagi-Joannu, nel 1999, dopo aver fondato easyJet e aver (già) litigato coi soci? Jozsef Varadi, ceo di Wizz Air, estate 2021? La terza che ho detto. “Perché i nostri clienti dovrebbero avere bisogno di andare in agenzia a comprare il loro biglietto, se possono farlo comodamente online con i prezzi più bassi?proclama battagliero Varadi. Che avrà pronunciato la frase col ghigno tipico di chi la sa lunga (un po’ alla Marchese del Grillo: “Io so’ io, e voi nun siete un cxxxx!”).

Però Varadi è stato quasi sobrio, rispetto ai profeti di sventure che l’hanno preceduto. Bill Gates nel 1996: “Le agenzie di viaggio saranno le prime a pagare il prezzo dello sviluppo di Internet, le prime a scomparire dal mercato. Ecco perché ho creato Expedia” (che avrebbe venduto pochi anni dopo). Stelios nel 1999: “Our relationship with travel agencies is easy: they hate us, we hate them”. Neanche lo traduco. Oggi Varadi si è limitato a prevedere un futuro oscuro per le agenzie di viaggi, magari qualcuno lo avvisi che anche il recente passato non è tutto rose e fiori.

Tre semplici motivi perché né Bill né Stelios e tantomeno Varadi ci azzeccano:

1. Perché per arrivare a 100 milioni di passeggeri c’è bisogno di tutti i canali di vendita - Come osserva saggiamente il direttore di questa testata, che prende nota delle sorti magnifiche e progressive previste da Varadi, che punta a 100 milioni nel 2026. Le cifre tonde piacciono ai titolisti dei giornali, poi chi diavolo se lo ricorderà - tra 5 anni - cosa ha detto Varadi nell’estate 2021? Sarà stato il caldo...

2. Perché la pandemia lascia strascichi di paura e la gente vuole certezze - Una delle conseguenze di questi 16 mesi disgraziati è il timore che, prenotando on line una vacanza o un volo, qualcosa vada storto. Poteva andare storto pure prima? Certo. C’erano i call center (a pagamento) pure prima, per risolvere i problemi? Certo. Ora che i problemi sono moltiplicati (ne cito uno a caso: cosa succede se ti trovi alle Laccadive e - a causa di un focolaio locale di Covid-19 - cancellano tutti i voli per una settimana?) allora un telefono diretto, il tuo agente di viaggi e una voce amica possono aiutare. Prova a parlare con una vocina registrata: “Rimanga in linea per non perdere la priorità acquisita”. Dalle Laccadive.

3. Perché gruppi e business non smanettano da soli - Certo, prenotare un Ryanair o un easyJet sullo smartphone, mentre si prende la metropolitana o si beve uno spritz con gli amici, è una gran comodità. E i nativi digitali chissà se ci entreranno mai,  in agenzia. Ma prenotare un gruppo, per conto proprio o tramite un t.o., oppure la trasferta di cinque tecnici che devono andare da Bari a Londra e tornare su tre aeroporti diversi è cosa complicata. Non basta un sito colorato e una app con le faccine, e neanche le fotine di Instagram. Quando gruppi e business si prenoteranno col pensiero, allora addio agenzie.

Intanto, una invocazione. Padre, perdonali (Bill, Stelios e pure Jozsef), perché non sanno quello che dicono.

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