4 tipi da fiera, al TTG di Rimini 2022

Era prevedibile che l’edizione 2022 del TTG facesse il botto: dopo un’estate finalmente positiva e il definitivo addio a mascherine/pugnetti/distanziamento avevamo tutti voglia di celebrare la ripresa del nostro settore. La fiera di Rimini offre un’incomparabile scenario di varia umanità e siccome il mio post del 2021 pare sia stato apprezzato, ecco la seconda parte.

4 tipi da fiera, al TTG di Rimini 2022:

Quelli che ora si va a letto più presto - Per decenni le fiere sono state occasioni d’incontro, per business (in fiera) e per altro (dopo il lavoro). Le mitiche feste di Valtur erano - ai bei tempi - l’occasione più mondana dell’anno, per chi si occupava di turismo. Le feste ci sono state anche quest’anno, a Rimini, e sono state le benvenute, soprattutto perché tornate dopo due anni di assenza. Vista la coincidenza (tutti gli eventi clou si sono svolti al giovedì sera) si è pure rivisto un po’ di “party-hopping” (“Going from one party to another party while progressively getting drunker and drunker at each party one attends”), magari senza gli eccessi alcolici, che a noi italiani interessano poco. Però alle 4 era tutto finito, quando una volta si attendeva l’alba sulla spiaggia, con caffè e cornetto appena sfornato.   

Quelli che non hanno più l’età per metaverso e NFT, però s’impegnano - Quando sei nato ai tempi del telex, hai iniziato a lavorare col fax e l’email è arrivata quando eri già adulto, approcciarsi alle nuove tecnologie è complicato. I boomer - ai convegni in fiera dedicati al metaverso, agli NFT e ad altre amenità del genere - li riconosci perché siedono in fondo, stanno attenti e non fanno domande. Lo capisci che soffrono il fatto che i loro figli - su quelle robe lì - ne capiscono più di loro, ma s’impegnano e cercano di cavarne fuori qualcosa di utile. Però rimpiangono i tempi nei quali - per scoprire una nuova destinazione - a Santo Domingo ci si andava sul serio, e non con toccava mettersi un casco col visore realtà virtuale. Nel salotto di casa.

Quelli che cambiano azienda ogni due per tre - Occupandomi di selezione di quadri e dirigenti in ambito turistico, ho un file Excel nel quale inserisco il lavoro attuale, in aggiunta a quelli precedenti, di centinaia e centinaia di addetti ai lavori. C’è chi ha cambiato azienda due o tre volte (la maggioranza), chi cinque o sei volte (molti), ma anche dieci e più volte (non pochi). Ecco perché a Rimini capitano colloqui del genere: “Ciao, sono il commerciale di Colombo Viaggi!” “Caspita, ma non lavoravi per Magellano Tours?” “Ma no, stavo con loro prima di Vespucci T.O., sei rimasto indietro...” “Ah avevo sentito che ti avevano preso in Caboto Crociere...” “Vabbè, lascia perdere, Colombo Viaggi è il migliore di tutti, ora ti spiego...”

Quelli (giovani) che in agenzia non ci sono mai entrati - Le fiere di settore sono nate per far incontrare l’offerta (i pacchetti dei t.o., le destinazioni turistiche) con la domanda (Il consumatore finale, rappresentato dalle agenzie di viaggi). Questo prima di internet. Dopo, visto che di t.o. ne sono spariti a decine e neanche le agenzie stanno tanto bene, è cambiato tutto. Per cui capita di imbattersi - nei corridoi della fiera - in giovani che sanno tutto di comparatori, recensioni, metamotori, peer to peer e robe del genere, ma che in agenzia non hanno mai messo piede. E mai, probabilmente, lo metteranno. “É il progresso, bellezza”. Vero, ma un po’ di tristezza viene lo stesso....

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