World Explorer:Africa fanalino di coda della ripresa. Lo sfogo di Simonetti

Al termine di un anno complicato, le prospettive di ripresa nel 2022 sono un miraggio, “Soprattutto per una certa tipologia di tour operator, che per le mete trattate e per il modello di vacanza proposto, sta ancora faticando a confermare le prenotazioni”.

Cambio di paradigma
Alessandro Simonetti (nella foto),  general manager di World Explorer, segnala le difficoltà che ancora stanno registrando gli operatori che, come lui, puntano anche su destinazioni ancora precluse ai viaggi per turismo.
“Se il Governo italiano non cambia rapidamente paradigma, trasformando il divieto di viaggio in uno sconsiglio – spiega – le probabilità di recuperare almeno in parte i numeri del passato si allontanano notevolmente”. Anche la tipologia di prodotto offerto contribuisce  a creare ulteriori difficoltà: “Sulle destinazioni balneari qualcosa si sta vendendo, mentre i circuiti e i viaggi più impegnativi ancora stentano ad essere richiesti”.

Il core business
Da operatore che ha il suo core business sull’Africa, Simonetti si sente emarginato anche in seguito all’ultima ordinanza che ha aperto corridoi Covid free verso ulteriori destinazioni. “Riceviamo quotidianamente richieste di preventivo per l’Africa, la gente ha voglia di viaggiare. Al momento però la situazione è delicata e anche la durata dei corridoi, fissata al 30 giugno, non fa ben sperare in una rapida evoluzione della situazione”.
Simonetti ripone qualche speranza nel possibile termine dello stato d’emergenza il prossimo 31 marzo, “che ci permetterebbe di adeguarci al resto d’Europa”. Ma le probabilità, allo stato attuale, “sono poche”.
Di fatto, l’Africa resterà ferma almeno fino a fine marzo e Simonetti sarebbe “Già contento in una ripartenza da giugno”.

Il 'rifugio' Oceano Indiano
Intanto, World Explorer spinge sull’Oceano Indiano, anche se la marginalità risulta risicata a causa della forte concorrenza sulle poche mete aperte.
“Possiamo considerarci già fortunati ad avere destinazioni a lungo raggio che possiamo proporre e vendere da subito. Va infatti ancora peggio ai tour operator di nicchia che si sono specializzati su pochi prodotti, che magari non sono al momento proponibili”.

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