Shiruq in Sudan:il racconto di Carla Piazza

Un racconto preoccupato, ma non disperato. Carla Piazza, responsabile della dmc di Shiruq in Sudan, spiega a poche ore dal rientro in Italia da Khartoum come il t.o. abbia vissuto il conflitto in atto in una delle mete che rappresenta una delle punte di diamante della programmazione.

Innanzitutto, i fatti.  Al momento delle scoppio del conflitto, Shiruq aveva nel Paese una decina di turisti, tutti stranieri. “La stagione per il Sudan si conclude a fine aprile per riprendere in ottobre – spiega Piazza -. I  numeri li facciamo nel periodo invernale e la chiusura del campo tendato di Meroe era prevista per fine mese”.

I turisti sono stati tutti rimpatriati e anche Carla Piazza ha anticipato il rientro già programmato per fine mese in Italia. “In loco è rimasto il nostro team  sudanese, che presiede a tutte le attività. Durante l’alta stagione mi trasferisco negli uffici di Khartoum per offrire un supporto in più allo staff”.
Fino al giorno prima dello scoppio dei disordini non si aveva notizia dell'aggravarsi della situazione e le due fazioni contrapposte sembravano intenzionate a sedersi a un tavolo negoziale.
“La situazione è precipitata improvvisamente la mattina del 15 aprile, sconvolgendo ogni previsione. Ma anche in questo contesto difficilissimo non sono mancate note positive. Avevamo due turisti tedeschi e un australiano che si trovavano in compagnia della nostra guida al mercato di Omdurman e che dopo lo scoppio dei disordini, invece di rientrare a Khartoum, sono stati ospitati a casa della guida. Qui hanno potuto toccare con mano l’ospitalità del popolo sudanese, vivendo un’esperienza a contatto con la famiglia della guida fino al momento del rimpatrio”.

I clienti, partiti dall’aeroporto militare Omdurman, sono ormai tutti a casa. E chi aveva prenotato un viaggio in Sudan per i prossimi mesi, sta chiedendo informazioni o preferisce annullare. “A tutti proponiamo diverse alternative, anche per non rovinare una vacanza già programmata. Quanti invece scelgono di annullare comunque il viaggio, hanno il rimborso di quanto versato” aggiunge Valentina Rubbi, marketing & communication manager di Shiruq.

Al momento i viaggi sono bloccati, ma Carla Piazza non dispera. “Appena le condizioni di sicurezza lo consentiranno, torneremo a proporre un Paese affascinante, sul quale continueremo a scommettere. Non abbandoneremo i nostri colleghi sudanesi, ai quali dobbiamo molto. Insieme a loro abbiamo impiegato anni per arrivare a fare del Sudan una meta di grande appeal per un pubblico di viaggiatori appassionati e culturalmente prepararti. Certo, una destinazione non per tutti, ma che eravamo riusciti a far crescere nel tempo formando lo staff e garantendo standard di qualità e professionalità difficilmente riscontrabili in altri Paesi africani. Le difficoltà non ci spaventano e ripartiremo appena possibile”.

Intanto, Piazza segnala una notizia positiva: “Le Nazioni Unite non hanno lasciato il Sudan, ma solo ridotto gli organici e trasferito il quartier generale da Khartoum a Port Sudan. Il Paese non verrà lasciato solo come in passato; adesso l’attenzione del mondo è più viva e confido nell’opera di mediazione da parte dell’Onu”.

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