Il commento del direttore
Remo Vangelista
"Il vero problema delle Maldive è che mancano i grandi tour operator italiani". Marco Andreini (nella foto), presidente di Sporting Vacanze va dritto al nocciolo della questione. "Basta analizzare la situazione di dieci anni fa - prosegue -: complessivamente i t.o. avevano dieci isole e spingevano la destinazione dal mattino alla sera".
La situazione è cambiata invece nell'arco dell'ultimo decennio, con una drastica accelerazione verso il disimpegno degli operatori italiani nelle ultime stagioni. "Credo ancora nella bontà dell'arcipelago - afferma Andreini -, siamo rimasti praticamente solo noi, con il Palm Beach ad avere isole alle Maldive. Il mercato italiano perde il 34 per cento nei primi nove mesi dell'anno, noi cediamo 2 punti, chiaro segnale che non manca la voglia di Maldive ma l'offerta".
Alla mancanza dell'impegno delle aziende italiane, Andreini aggiunge un altro fattore, che tocca nel vivo tutta la filiera: la tracciabilità. "Alcuni clienti hanno paura di finire sotto i riflettori - sottolinea il presidente -, preferiscono così acquistare in Svizzera o in Austria".
Di pari passo con il dietrofront degli operatori italiani, anche le rotazioni charter hanno seguito la stessa via. "Sino a qualche stagione fa c'erano 17 macchine a settimana - osserva il manager - adesso risulta difficile che anche i charteristi tutti insieme riempiano un solo aereo".
Determinante è, d'altra parte, l'avanzata delle compagnie di linea, "soprattutto dell'area del Golfo - conclude Andreini -, come Emirates o Qatar che, a un prezzo inferiore, offrono aerei di ultima generazione, un servizio di qualità decisamente più alta e la possibilità di usare gli scali, a Dubai o Doha, come stop - over di qualche giorno".