Domenico Pellegrino, Aidit
smorza gli entusiasmi:
“Meno crescita del previsto”

Dopo quella di Federalberghi, un’altra voce si inserisce nella polemica sulle cifre dell’estate. A parlare ora è il presidente di Aidit Domenico Pellegrino, la cui posizione è in linea con quella presa da altre associazioni meno ottimistiche, rispetto al Governo, sul consuntivo estivo e sulle previsioni per fine anno.

“Dal nostro osservatorio - sottolinea - emerge un calo del 3,2% di italiani in vacanza quest’anno rispetto al 2024, tra Italia ed estero, con le agenzie di viaggi”. La motivazione, spiega ad Adnkronos/Labitalia, è sotto gli occhi di tutti: l’erosione del potere d’acquisto del ceto medio a causa del crescente effetto inflattivo che, combinato con un rincaro obiettivo dei servizi, spinge questa fascia di popolazione a rinunciare alle vacanze, o a ridurne sensibilmente la durata.

Rincari anche a doppia cifra

“I dati sui voli nazionali, i voli europei, i traghetti, gli autonoleggi sono tutti con aumenti, in alcuni casi a due cifre - aggiunge -. I pacchetti turistici italiani, per esempio, ci risultano avere un costo medio più alto del 10%. Quelli internazionali un po’ più contenuti, perché diciamo all’estero anche per la questione valutaria c’è un beneficio e quindi diciamo solo intorno al 5%”.

I dati del Viminale, aggiunge, sono incontrovertibili ma risentono dell’introduzione del Cin, il Codice Identificativo Nazionale, “che ha portato a una emersione, nella parte extralberghiera in particolare, che ancora non è valutata e che noi stimiamo intorno al 10%”.

Inoltre a influire sui dati positivi delle presenze in Italia è stato in gran parte il turismo straniero, la cui capacità di spesa è indubbiamente maggiore rispetto a quello italiano.

Un modesto segno più per le agenzie

Esaminando il business delle agenzie di viaggi, Pellegrino prevede che lavoreranno meglio le agenzie del Nord, un po’ peggio le agenzie del Sud, “ma sarà un anno tutto sommato che chiuderà con un segno più, molto più modesto però di quello che si era immaginato all’inizio della stagione”.

La crescita a doppia cifra che ci si aspettava, complici anche i ponti primaverili, non ci sarà proprio perché, ripete Pellegrino, “la difficoltà economica, soprattutto nel reggere l’alta stagione, ha fatto sì che alcuni consumatori abbiano modificato i propri stili di vacanza, o rinunciandovi completamente o puntando su una più breve ed economica, prenotando da soli e cercando soluzioni economiche che sfuggono al turismo organizzato e abbassano paurosamente sia la qualità del viaggio, sia gli effetti positivi e benefici del viaggio stesso”,

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