Il commento del direttore
Remo Vangelista
Lo scorso autunno in pochi si volevano sbilanciare, ma il sentore comune era che la corsa al rialzo dei prezzi dei biglietti stesse arrivando al capolinea e la naturale conseguenza fosse un’inversione di tendenza, auspicata dai passeggeri, temuta dalle compagnie aeree (non ancora sazie del recupero post pandemia). E questo capolinea è puntualmente arrivato, ma solo in minima parte dovuto a un raffreddamento dei prezzi del carburante. Il principale indiziato, infatti, è l’aumento dell’offerta che, in particolare sulle tratte a lungo raggio in generale e intercontinentali nello specifico, hanno stravolto il mercato.
I primi dati
Secondo un’analisi effettuata dal Corriere della Sera sulla base dei dati Cirium, quest’estate si sta assistendo a una contrazione dei prezzi dei biglietti che sta andando al di sopra di qualsiasi previsione. Del resto, tornando all’autunno/inverno scorso, gli annunci a raffica di nuove rotte, aumento delle frequenze, ingresso di nuove compagnie aeree, era stato un chiaro campanello d’allarme: se la domanda sembrava rimanere forte, l’offerta appariva ben superiore, con il rischio di una battaglia al ribasso dei prezzi. Che puntualmente è arrivata.
Il cambio di passo
L’inversione di tendenza è arrivata nella tarda primavera di quest’anno, quando i vettori, in particolare su alcune rotte come Stati Uniti o Cina, hanno iniziato ad avere i coefficienti di riempimento non sufficienti a garantire margini adeguati. E immediatamente è partita la corsa al ribasso. Le cifre? Basta vedere costa sta succedendo nel terzo trimestre dell’anno, il più atteso dal mercato del trasporto aereo. Se l’India limita i danni al -3%, dicono i dati Cirium sui voli da e per l’Italia analizzati dal Corriere, per il resto si può parlare di crollo: dall’Argentina e il Brasile (rispettivamente -14 e -17 per cento), fino a Usa e Canada (-20 e -23%); per non parlare del -27% della Cina. Unica eccezione il Giappone, al vertice nelle richieste del mercato, per il quale la crescita dei prezzi non si arresta e registra un altro 8%.
Come si evolverà la situazione ora è presto per dirlo, ma non è escluso che nelle prossime settimane assisteremo a un taglio di rotte e frequenze per la stagione invernale e, probabilmente, a un assestamento in vista dell’estate del 2025.