Il commento del direttore
Remo Vangelista
Un’operazione da 300 milioni di euro che ha scosso la scena turistica spagnola, alimentato le casse della famiglia Hidalgo e proiettato nella galassia delle major globali Turkish Airlines, una compagnia aerea che ha saputo guadagnarsi importanti quote di mercato con oculate strategie tariffarie, con le potenzialità della sua flotta e con un hub tra i più grandi al mondo.
Acquisendo il 26% di Air Europa Holding, Turkish Airlines si apre un nuovo fronte negli orizzonti di espansione, con l’America Latina nelle prime grandi mire di conquista oltreoceano. Un piano già piuttosto ben delineato, nonostante servano ancora dai 6 ai 12 mesi per il closing dell’operazione, che conferma come le ambizioni dell’aerolinea turca poggino su solide basi.
Recentemente, il management Turkish ha spiegato agli azionisti la strategia per il 2033, anno del centenario, e le azioni volte a rafforzare la posizione internazionale e migliorare la competitività. Il tutto partendo dall’investimento appena realizzato: “La forte presenza di Air Europa nella Penisola Iberica e in America Latina consente una crescita scalabile e accelerata nel mercato latinoamericano. Inoltre, l’operazione offre la possibilità di creare un effetto leva per il nostro ecosistema, comprese le controllate e le joint venture, attraverso nuovi flussi di entrate e una maggiore diversificazione operativa”.
Quale sia l’appeal del vettore spagnolo di casa Hidalgo lo dice soprattutto il network: dei 22 scali serviti da Madrid, ben 13 sono assenti dalla rete collegamenti Turkish in area latino-americana, e tra questi Bogotá, Medellín, Lima, Montevideo, Salvador de Bahía, Santo Domingo.
Gli investimenti
Ma il rilevante programma dell’aerolinea posseduta al 49% dal Fondo Sovrano Turco non può certo escludere un investimento sul parco aeromobili. “Puntiamo a raggiungere una flotta di circa 810 aeromobili entro il 2033 - ha affermato di recente Ahmet Bolat, chairman of the board of directors and executive committee, sottolineando, tuttavia, che - la crescita non deve essere fine a se stessa e come in passato”.
Un’espansione, dunque, più mirata e controllata, “con un aumento della frequenze su destinazioni già esistenti e con l’apertura di circa una trentina di nuovi scali nell’arco del prossimo decennio”.