Hotellerie di lusso, Italia al centro degli investimenti

L’ospitalità di lusso in Italia non conosce crisi. A confermarlo è Claudia Bisignani, head of Hotels & Hospitality di JLL Italia, società specializzata nel real estate, che in un’intervista rilasciata a Repubblica racconta che il “2022 è stato un anno record per gli investimenti negli hotel luxury italiani e il trend promette di continuare nel 2023”.

Un periodo florido per il real estate alberghiero di alta gamma. “Gli investimenti nel settore hotel - afferma - hanno registrato volumi pari a circa 1,2 miliardi di euro, confermando l’Italia come uno dei mercati più rilevanti per i principali investitori di settore ed un interesse crescente verso le destinazioni leisure. A testimonianza della crescita di interesse per il settore, si segnala che a questi volumi si aggiungono quelli relativi ad altre asset class, che vedranno come futura destinazione d’uso quella alberghiera e che porterebbero i volumi complessivi pari a 1,4 miliardi di euro”.

Nel mirino le grandi città
Le grandi città si confermano al centro delle attenzioni degli investitori, che sono principalmente “fondi di private equity, investitori istituzionali e Hnwi, high net worth individual, famiglie dai grandi patrimoni che hanno interesse a investire in questa asset class”. Una destinazione su tutte al centro delle mappe è la Capitale. “Sebbene Roma rappresenti oggi il mercato più dinamico in considerazione delle numerose operazioni di riposizionamento e conversione che contribuiranno ad un significativo miglioramento dell’offerta alberghiera della capitale. Si stima infatti che nel prossimo triennio l’offerta alberghiera della Capitale vanterà l’apertura di oltre 2.000 camere nuove prevalentemente nel segmento lifestyle e lusso”. Sulla Capitale si prevede l’approdo di “grandi brand internazionali” interessati non solo a rilevare alberghi già esistenti, ma anche “immobili con diversa destinazione d’uso”.

Subito dopo la Capitale, Milano, Venezia, Firenze, la Costiera Amalfitana e la Sardegna, ma, afferma Bisignani, quest’anno si prevede “l’arrivo di capitali verso le città secondarie”, quali Verona, Bologna, Torino, Napoli e Catania.

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