Affitti brevi:
Airbnb
cerca la pace
con l’Italia

Dopo periodi di forte contrapposizione, e dopo essere stata accusata di essere la vera colpevola di fenomeni che vanno dalla gentrificazione dei centri storici all’overtourism, Airbnb porge il proverbiale ramo d’ulivo ai comuni italiani.

Teatro di questo promo tentativo di riconciliazione è stata l’assemblea dell’Anci di Torino, dove la piattaforma è intervenuta presentando uno studio realizzato da Nomisma sugli affitti brevi e una serie di proposte da mettere in campo in collaborazione e a supporto dei comuni italiani.

“Mentre le misure eccessivamente punitive adottate da città come New York o Barcellona non hanno affatto risolto i problemi abitativi locali, riconosciamo le sfide legate al sovraffollamento turistico nei quartieri storici di città come Firenze, Venezia e Roma, e sosteniamo la richiesta di un quadro normativo nazionale per gli affitti brevi basato su dati, che permetta ai sindaci di preservare i quartieri sensibili, tutelando al contempo il diritto delle famiglie di affittare occasionalmente la propria abitazione - ha dichiarato Valentina Reino, policy lead di Airbnb Italia -. Crediamo che un’ospitalità ‘made in Italy’ offerta in prima persona non solo arricchisca l'esperienza degli ospiti, ma costituisca un servizio anche per la comunità“.

Le proposte

Airbnb è impegnata a sostenere l’applicazione del nuovo codice di registrazione nazionale delle strutture ricettive e delle locazioni brevi (Cin): la piattaforma ha già informato tutti gli host italiani circa l’obbligo di registrazione presso il Ministero del Turismo e dell’intenzione di rimuovere nel 2025 gli annunci sprovvisti di codice.

Per quanto riguarda la condivisione dei dati, oltre al City Portal, Airbnb offre la possibilità di sviluppare uno strumento di visualizzazione dei dati per le città, utile per definire in futuro regole locali sugli affitti brevi che siano proporzionate e mirate.

Airbnb si dice pronta a bilanciare i benefici dell’hosting con le esigenze uniche delle città storiche. Per questo motivo l’azienda intende supportare le città – come Firenze, Roma e Venezia – nei loro sforzi per promuovere l’ospitalità di persona. Questo include interventi per contrastare l’uso illegale di cassette portachiavi (keybox) in spazi pubblici.

E ancora, Airbnb sottolinea di aver già lanciato interventi per prevenire disturbo e chiasso negli appartamenti occupati dagli ospiti, così come si dice disponibile a continuare offrire supporto ai comuni per la raccolta dell’imposta a livello locale.

Un’azione interessante è quella di collaborare per redistribuire i flussi fuori dai circuiti più affollati, promuovendo nel contempo l’artigianato made in Italy, nonché quella di aiutare gli host a rendere le loro proprietà più efficienti e meno inquinanti.

Ti è piaciuta questa notizia?
Condividi questo articolo
Iscriviti a TTG Report, la nostra Newsletter quotidiana
Più lette
Oggi
Settimana