Giubileo, scatta il piano di sorveglianza delle malattie per i turisti

Per il Giubileo si stima arriveranno a Roma 30 milioni di persone, provenienti da tutte le parti del mondo. Una situazione che, potenzialmente, potrebbe generare delle problematiche sul fronte sanitario, tanto che si è deciso di agire in tempo per prevenire i rischi di malattie infettive.

Ecco dunque che la Regione ha approvato il Piano per la sorveglianza delle malattie infettive durante l’Anno Santo che, come spiega Il Messaggero, inizierà formalmente la sera del 24 dicembre, quando Papa Francesco aprirà la Porta Santa dando il via a un anno di celebrazioni liturgiche. “Sulla stima dei dati dell’ultimo Giubileo, quello del 2020 - si legge nel Piano - sarà un evento che implicherà la presenza a Roma, durante tutto l’anno, di oltre 30 milioni di visitatori. Nel precedente Giubileo straordinario 2015-2016 infatti Roma è stata visitata da 21.292.926 pellegrini”.

Gli obiettivi

Il Piano si pone fondamentalmente tre obiettivi da raggiungere: il primo, “identificare e confermare precocemente i casi e identificare e descrivere rapidamente eventuali focolai epidemici”. Poi, “ridurre al minimo il rischio di trasmissione e limitare la morbosità e la mortalità dovute a focolai epidemici e ad emergenze infettive”. Infine, “assicurare un’adeguata formazione del personale coinvolto nell’assistenza sanitaria ed in generale nelle attività di Sanità pubblica”.

Una piattaforma dedicata

Per azzerare i rischi, la Regione, insieme all’Istituto nazionale per le Malattie infettive ‘Lazzaro Spallanzani’, dà il via a un rafforzamento dei sistemi di sorveglianza delle varie malattie infettive, creando una piattaforma che gestirà gli allarmi che dovessero arrivare da Asl, Ospedali o da medici e pediatri di famiglia.

A essere incrementati saranno i controlli su specifiche patologie: agenti patogeni di malattie respiratorie di tipo potenzialmente pandemico, malattie che si trasmettono attraverso gli alimenti, la legionella e poi le infezioni causate da virus come Chikungunya, Dengue e Zika. Saranno monitorate anche le acque di scarico per analizzare l’eventuale presenza di virus o batteri e in presenza di malattie “da allerta” il medico avrà 12 ore di tempo massimo per segnalare il caso all’Azienda sanitaria che, a sua volta, ne avrà altre 12 per inserire il caso sulla piattaforma informatica dedicata.

Ti è piaciuta questa notizia?
Condividi questo articolo
Iscriviti a TTG Report, la nostra Newsletter quotidiana
Più lette
Oggi
Settimana