Il commento del direttore
Remo Vangelista
La spinta all’upper upscale e al luxury risulta correlata al cambio delle abitudini degli ospiti post-Covid, più che a semplici opportunità di diversificazione dei piani d’investimento. “La digitalizzazione ha posto le condizioni per lavorare a distanza e sperimentare la dimensione bleisure - ha osservato Mario Ferraro, ceo Smeralda Holding - ampliando di fatto lo spettro dei mesi redditizi, proprio come l’affermarsi della volontà di evitare le consuete settimane di sovraffollamento. Il risultato è che oggi, ad esempio, riusciamo a capitalizzare meglio mesi come maggio e giugno rispetto alla sola alta stagione estiva e, grazie a questo nuovo trend, abbiamo potuto alzare ancor più la qualità dei servizi”.
Non è dunque un caso che, prima del Covid, gli hotel in grado di produrre un Adr media di mille dollari fossero solo 100 al mondo, mentre oggi sono 420, di cui ben 70 in Italia.
“Quando il livello dell’offerta si alza, ma viene integrato alle abitudini di vita locali - ha aggiunto Valeriano Antonioli, ceo Lungarno Collection - l’hotel riesce a essere redditizio non solo in funzione dei soggiorni effettivi e, al tempo stesso, a conferire un’identità più territoriale e olistica ai propri servizi, fidelizzando meglio gli ospiti di ogni generazione”.
“Oggi la clientela alberghiera è sempre più rappresentata da famiglie multigenerazionali - ha aggiunto Francesco Cefalù, chief development officer Mandarin Oriental - per cui occorre far evolvere l’offerta verso livelli più ricercati e complessi, con conseguente innalzamento dell’Adr. Una struttura luxury, o super luxury, può allora dirsi davvero tale, solo se ha raggiunto questa capacità di specializzazione delle esperienze di soggiorno”.
“New York è diventato uno specchio privilegiato delle strategie d’ospitalità post-Covid - ha dichiarato poi Richard Arnold, chief development officer Auberge Resorts - perché sta dimostrando che la standardizzazione delle grandi catene non affascina più il cliente, il quale cerca invece realtà che sappiano offrire qualcosa di unico, originale e spesso legato a un’offerta indipendente”.