Il commento del direttore
Remo Vangelista
Caro lettino sì o no. Parte proprio dall’allarme dei balneari il grande dibattito che sta animando l’agosto italiano. Nei giorni scorsi, come riporta anche ilrestodelcarlino.it , sono stati proprio gli operatori delle spiagge a sottolineare come quest’anno i litorali siano affollati solo nel fine settimana.
Dichiarazioni che fanno seguito a settimane in cui si è dibattuto ampiamente di lettini vuoti e prezzi. L’associazione di idee, per molti, è stata istantanea: i posti sono liberi perché le tariffe sono fuori dalla portata dei clienti. Le associazioni dei consumatori, negli scorsi giorni, hanno diramato più di un comunicato in cui riportavano cifre e numeri sugli esborsi di una famiglia al mare.
La guerra dei numeri
Il confronto con i numeri del 2019 è impietoso: una nota del Codacons calcolava un incremento dei prezzi dei lettini rispetto al pre-covid pari al 32%. Ma bisogna anche ricordare che si tratta ormai di 6 anni fa e che gli ultimi anni, complici le tensioni internazionali, hanno visto un aumento generale dell’inflazione come non si vedeva da decenni.
I prezzi, comunque, sono sotto gli occhi di tutti. Ma Assobalneari, in una nota, ha rimarcato come esistano soluzioni per tutte le tasche e come il problema non sia delle tariffe ma del carovita in generale.
Il vicepresidente del Senato e responsabile del dipartimento Turismo della Lega, Gian Marco Centinaio, con una nota ha ampliato il dibattito includendo una molteplicità di fattori. “È vero che i lidi italiani non stanno segnando ovunque il tutto esaurito in queste settimane centrali dell’estate - ha affermato - ma i prezzi più alti e la concorrenza di mete emergenti low cost sono solo una parte delle cause su cui lavorare, mentre non è detto che tutte le altre rappresentino necessariamente fattori negativi. La crescente attrattività della montagna e di altre mete alternative, così come la tendenza a vacanze più brevi e destagionalizzate sono fenomeni emergenti che dobbiamo imparare a conoscere e valutare meglio”.
“Sempre più turisti scelgono i ‘mesi di spalla’, quelli tradizionalmente meno canonici”, aveva invece sottolineato il ministro del Turismo, Daniela Santanchè.
Uno scenario complesso
Difficile ovviamente dire da che parte stia la ragione. Le risposte semplici, però, non sempre sono le più adeguate per analizzare i fenomeni. Lo stesso Codacons, del resto, aveva calcolato l’incremento dei prezzi degli stabilimenti balneari anno su anno al 3,4%; sintomo che, se i prezzi sono fuori mercato, non lo sono solo da quest’estate.
L’intenzione ovviamente non è quella di fare i conti in tasca a nessuno, né ai clienti né ai gestori. Tuttavia, tutti sembrano essere d’accordo su una cosa: i lettini al mare non si vendono come qualche tempo fa. E un motivo c’è di sicuro. Bisogna solo capire qual è la leva giusta per invertire la tendenza.