Il commento del direttore
Remo Vangelista
Finisce un’epoca al Club Med con l’uscita di scena del presidente Henry Giscard D’Estaing. Forse termina anche un modo di pensare e progettare turismo, almeno dalle parti di Parigi. Non è semplice dire ora cosa cambierà e se vedremo un altro Med. Senza dubbio, con le dimissioni del presidente, adesso Fosun cercherà altre strade.
I rapporti tra la proprietà e Giscard D’Estaing erano da qualche tempo ai minimi termini e ora possiamo attenderci qualche cambio di strategia a corto raggio. Esce comunque di scena un vero personaggio del mondo del turismo.
Anni fa lo incontrai per una lunga intervista in un albergo di Milano e mi lasciò un’impressione di freddezza e distanza da tutto quello che era il mondo della stampa. Ma allo stesso tempo di profonda conoscenza del business turistico. Si rese infatti conto, già qualche stagione fa, che la formula del Club doveva cambiare e per questo indirizzò l’azienda verso un segmento di mercato medio-alto, abbandonando le linee commerciali di un tempo. Riuscì poi a stoppare l’ingresso nell’azionariato di Bonomi per dare il via libera al colosso cinese di Fosun, che prese il controllo societario lasciando il presidente alla guida dell’azienda francese.
Per anni rispondendo alle varie domande su nuovi player dell’alta gamma Henry Giscard D’Estaing spiegava che “il Med resta numero uno nella fascia resort di lusso, questo mi pare chiaro”. Evidentemente alla proprietà cinese non bastava più.
Remo Vangelista