La famiglia Bellevue,
dove il lusso
diventa casa

Oggi raccontiamo una storia di famiglia. O di famiglie, visto che qui se ne citano diverse. Prendetevi tempo: è una bella storia.

Nell’anno 6 dopo Cristo, l’imperatore Augusto aveva, come di consueto, una rogna familiare da risolvere. Un suo nipote, Agrippa Postumo, diciottenne decisamente turbolento, doveva essere allontanato da Roma. Augusto decise di spedire il nipote in Campania, a Sorrento. Lì per il ragazzo venne costruita una villa, dove sbollire le proprie intemperanze. Va detto che Augusto non ebbe grande fortuna dal punto di vista della famiglia: la figlia Ottavia attirava guai, e gli toccò esiliarla a Ventotene; il nipote, spedito a riflettere e a pescare lontano da Roma.

Per fortuna, non tutte le famiglie sono uguali e non tutte hanno la stessa storia.

Questa che andiamo a raccontare, partendo da più di duemila anni fa, è la storia di una famiglia che è anche la storia di un hotel che è anche la storia di Sorrento.

L’hotel è il Bellevue Syrene e la famiglia è quella dei Russo-Attanasio, che da oltre 30 anni sono proprietari della struttura. Che, nella falesia che la sostiene, rivela i suoi segreti: lì, nelle rocce che portano alla spiaggia privata, sono custoditi dei ninfei realizzati duemila anni fa proprio per il giovane nipote di Augusto imperatore.

“Essere custodi di una storia millenaria è emozionante” dice Elsa Russo, padrona di casa del Bellevue Syrene, che insieme alle figlie Amelia e Adda, racconta a TTG Luxury tutti i segreti dell’hotel.

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Perché dopo essere stato la villa del giovane Agrippa Postumo, l’hotel divenne, nel 1705, la casa delle vacanze dei conti di Mastrobuono, e poi ancora, nel 1820, un hotel, all’interno del quale William Waldorf Astor fa realizzare, nel 1905, locali affrescati ispirati alla casa dei Vettii di Pompei.

Nei suoi 200 e più anni di storia, il Bellevue ha visto passare gli Alleati, nella II Guerra mondiale, che hanno lasciato sulle rocce della discesa a mare graffiti e ricordi; e ha visto Ivan Sergeevi Turgenev guardare il mare mentre, ospite dell’hotel, nel 1882 scriveva una delle sue ultime opere, ‘Una sera a Sorrento’; e ancora ha visto Marguerite Yourcenar riordinare i pensieri nel silenzio della sua camera con vista.

Di quell’hotel, oggi, rimane tutto il fascino. Restano gli affreschi della villa pompeiana, resta la vista incredibile.

Ma l’hotel, passato nelle mani di Giovanni Russo 32 anni fa, è stato trasformato, con tutto il rispetto che si deve alla storia di una grande dame.

“Abbiamo l’hotellerie nel sangue – dicono Amelia e Adda Attanasio -. Arriviamo da 5 generazioni di albergatori. Nostro nonno, quando ha preso in mano il Bellevue, ha deciso di percorrere l’onda controcorrente: l’hotel non era di lusso, e lui ci ha lavorato. Ha diminuito il numero delle camere, pensandole più grandi e più comode, anticipando un trend che è diventato dominante negli ultimi anni. E ha voluto portare la qualità a Sorrento, contribuendo a farla evolvere come una destinazione lusso”.

Le famiglie, si diceva parlando di quella dell’imperatore Augusto, per fortuna non sono tutte uguali.

Così, è un’aria di famiglia quella che si respira ad entrare nel lusso del Bellevue Syrene. Lo staff si approccia agli ospiti dicendo: ‘Benvenuti a casa’, e il piacere di accogliere, il gusto di condividere la meraviglia di questo angolo prezioso di mondo anima ogni gesto.

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“Se dobbiamo valutare un plus dell’essere un hotel di famiglia – dicono Adda e Amelia Attanasio – è ritrovare l’anima della mamma in tutto. Ogni stanza è diversa, c’è amore, si sente la passione. L’albergo non è mai uguale a sé stesso; ogni volta che nostra madre porta dei nuovi pezzi d’arte, viene ristudiata la collocazione degli altri, regalando agli ospiti un senso di sorpresa pur nella continuità di stile dell’hotel”. Appassionata d’arte, Elsa Russo regala a ogni camera e a ogni spazio il suo tocco personale, fra pezzi d’autore, mobili di design o anche semplici oggetti di artigianato trovati in un mercatino.

Sorride la signora Elsa a sentire le sue ragazze parlare del suo modo di interpretare l’accoglienza. “In realtà – dice – il mio ruolo in hotel è un altro: cerco di addolcire il personale. Perché bisogna sorridere ai clienti, certo, ma anche ai dipendenti. Un dipendente sereno è il tesoro più prezioso che si possa avere in hotel”.

E la storia di accoglienza del Bellevue si intreccia sempre di più con quella della famiglia. Sempre a Sorrento, una delle case di famiglia è diventata Capo Santa Fortunata, location esclusiva per feste, matrimoni e ricevimenti. A Punta del Capo, raggiungibile in pochi minuti di auto dal centro di Sorrento, è un happy place for happy few. Circondata da un grande giardino, dotata di piscina e di vista spettacolare su Napoli e il suo golfo, la villa regala ancor di più la sensazione di intimità. Può ospitare per la notte fino a 8 persone e accogliere gli invitati nei molti angoli all’aperto. E non è tutto: a disposizione degli ospiti un orto e un allevamento di galline “che fa impazzire tutti – sottolineano Amelia e Adda, che scherzano con Elsa Russo -: era casa nostra, adesso ci hanno sfrattate”. E ridendo Russo sottolinea: “Ormai sono grandi, se la possono cavare da sole”.

Si respira davvero, anche in questa chiacchierata con le tre donne del Bellevue, quell’aria di casa. Una casa di lusso, certo, ma serena, luminosa, accogliente e solare.

Così, l’aria di casa si respira in tutte le strutture del gruppo: oltre al Bellevue Syrene, infatti, dal 2019 è casa anche l’hotel Morfeo di Milano, “che, malgrado sia un hotel business a 4 stelle, mantiene la nostra identità – dice Adda -. Un’idea di accoglienza che segue, appunto, il concetto di casa, con una reception che non è il classico bancone, ma un salotto dove gli ospiti vengono accolti. E anche al Morfeo riproponiamo quello che è un nostro must: un’area club lounge, come al Bellevue, dove tutto il giorno gli ospiti possono trovare un mini buffet. Insomma, l’idea è davvero quella del sentirsi a casa, dove, se hai fame o sete, puoi servirti da te”.

Oltre al Bellevue Syrene, a Capo Santa Fortunata e al Morfeo, il gruppo ha appena aperto a Matera il Vetera, 23 camere boutique che, già dal debutto, sembra essere destinato a diventare un indirizzo imprescindibile per i viaggi di lusso.

“Vogliamo crescere ancora – dicono Amelia e Adda Attanasio (il cui padre, Mario, ha il compito in famiglia di individuare le proprietà più interessanti a cui mettere mano, ndr) – ma con i nostri tempi e i nostri modi, senza perdere la nostra identità”.

Di casa e di famiglia.

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