Cuba, la crisi del
turismo preoccupa
gli investitori

Era rimasto la principale fonte di valuta estera del Paese, assieme all’export di operatori sanitari. Ora, però, il turismo a Cuba è precipitato in una crisi che non fa che aggravarsi di stagione in stagione, a causa dell’aumento della delinquenza, dei continui blackout elettrici e di fornitura di acqua e della mancanza di investimenti.

Secondo la società elettrice statale, almeno il 60% delle interruzioni è dovuto alla carenza di valuta per comprare combustibile per le centrali, ora che l’alleato Venezuela di Maduro, anch’esso in crisi energetica, ha smesso di fornire greggio in cambio di aiuto di intelligence e ‘missioni’ assistenziali. Ma il resto, come spiega il Foglio, dipende dalla mancata manutenzione.

Tutti fattori che stanno contribuendo a danneggiare l’immagine del Paese all’estero, influendo negativamente sul turismo che, dai 5 milioni di visitatori nel 2018, è passato a 3,2 milioni nel 2023 e 2,2 nel 2024. Il calo è continuato anche nei primi mesi del 2025, con 1,12 milioni di arrivi, il 23,2% in meno sullo stesso periodo dell’anno precedente.

Come ricorda il quotidiano spagnolo El Pais, la situazione inizia a preoccupare Meliá e Iberostar, le due catene alberghiere spagnole che nell’isola hanno investito massicciamente, rispettivamente con 33 e20 hotel. Basti pensare che Iberostar, a maggio, ha inaugurato l’hotel più grande dell’isola: 42 piani e 600 stanze, per un investimento da 200 milioni. E se Meliá in Spagna ha guadagnato 185,3 milioni di euro, a Cuba ce ne ha rimessi 4. Solo il 39,4% dei posti nei suoi hotel cubani è stato occupato nei primi sei mesi dell’anno, contro una media mondiale del 60%.

Ti è piaciuta questa notizia?
Condividi questo articolo
Iscriviti a TTG Report, la nostra Newsletter quotidiana
Più lette
Oggi
Settimana