Il commento del direttore
Remo Vangelista
I suoi effetti negativi sono innegabili, ma difficili da misurare. L’overtourism è un fenomeno che va monitorato oltre le impressioni, in modo da poter fornire un approccio oggettivo ai modelli turistici. Per questo Evaneos ha sviluppato, insieme alla società di consulenza Roland Berger, il primo Overtourism Index, un indice che propone tipologie di overtourism basate sull’analisi di un campione di 70 destinazioni tra le prime 100 in termini di numero di visitatori.
Per misurare il loro grado di esposizione al fenomeno, ogni destinazione viene classificata da 1 a 5 in base a quattro criteri oggettivi: densità turistica per abitante, densità turistica per kmq, stagionalità e maturità del Paese ospitante in termini di sostenibilità. Quest’ultimo criterio di valutazione tiene conto dell’impatto sociale del turismo, dello stato delle infrastrutture ospitanti e dello sviluppo dei trasporti.
Non c’è un solo overtourism
La prima lezione da trarre è che non esiste un solo tipo di overtourism. “Per ogni tipo di overtourism - commenta Aurélie Sandler, Co-ceo di Evaneos - dobbiamo fornire una risposta adeguata. Non si gestisce un afflusso di turisti allo stesso modo in una grande capitale europea e in una località balneare in estate. Lungi dal puntare il dito contro alcune destinazioni più colpite, questo indice ci permette di pensare alle soluzioni più appropriate e di metterle in atto”.
Le mete balneari sono le più esposte
Tra le destinazioni studiate, l’impatto dell’overtourism varia in base a 3 tipi principali di esposizione; l’eccesso di turismo nelle località balneari, l’eccesso di visite estive nelle principali destinazioni europee e l’eccesso di concentrazione urbana sono le tre categorie di rischio identificate dall’indice.
Le destinazioni balneari sono la categoria turistica più esposta, con un indice medio di 4 su una scala di 5. Ciò è dovuto a un tasso particolarmente elevato di arrivi turistici (da 3,2 a 9,9 turisti per 1 abitante) in aree ospitanti relativamente piccole e fragili. I Paesi interessati sono Cipro (con un indice di 4,4), Mauritius (con 4,2), Grecia (4) e Croazia (3,8). Queste destinazioni sono tanto più vulnerabili in quanto una media del 25% del loro Pil dipende dal turismo.
Queste destinazioni balneari altamente esposte richiedono l’adozione di misure urgenti e restrittive. La prima risposta consiste nel regolare la capacità di queste aree, ad esempio introducendo quote per proteggere i siti più popolari. È inoltre necessario distribuire i flussi nell’arco dell’anno.
Per quanto riguarda, invece, le principali destinazioni europee, pur essendo in grado di accogliere un’alta densità di turisti registrano un afflusso particolarmente elevato durante la stagione estiva, su gran parte del loro territorio: fino al 43% degli arrivi si concentra nel terzo trimestre. Con un indice medio di 3,5/5, Spagna (3,6), Italia (3,6) e Portogallo (3,6), seguiti da vicino dalla Francia (3,3), sono le destinazioni più esposte nei mesi di giugno, luglio e agosto.
Queste destinazioni chiedono innanzitutto misure per destagionalizzare gli arrivi.
Anche il turismo urbano, soprattutto nelle grandi capitali europee, richiede misure per decongestionare le città e diffondere i benefici economici del turismo nelle regioni periferiche. Sebbene queste destinazioni siano mature in termini di sostenibilità e abbiano una bassa dipendenza economica dal turismo (5% in media), le capitali e le città rappresentano fino al 37% degli arrivi nel terzo trimestre. Ottengono un punteggio medio di 2,6 su 5. Nella top 3: Copenaghen con un punteggio di 3,8, seguita da Amsterdam con un punteggio di 3,7 e da Dublino con un punteggio di 3,4.
Il caso Grecia
Ci sono, poi, destinazioni da tenere d’occhio come il Marocco con un indice di 3,1, il Vietnam (3), l’Egitto (2,7) e l’Islanda (2,9). L’Islanda è particolarmente vulnerabile, con una densità turistica di 5,2 abitanti pro capite.
Dal canto suo Evaneos identifica, con un punteggio di 4,2/5, la Grecia come una destinazione particolarmente soggetta all’overtourism in estate. Oltre a questa valutazione oggettiva, la situazione a Mykonos e Santorini è diventata insostenibile: il massiccio afflusso di turisti sta infiammando la rabbia della popolazione locale e incide sulla qualità della vita dei residenti. Osservando questi risultati, sebbene la Grecia sia una delle destinazioni più vendute sulla piattaforma, da gennaio 2025 e fino a nuovo avviso Evaneos non offrirà più Mykonos e Santorini durante il periodo estivo.