L’ombra del caro fueltorna in agenzia di viaggi

Caro carburante, una scure pronta ad abbattersi sulle agenzie di viaggi. Se alle compagne aeree toccherà il compito di far quadrare i conti, bilanciando le maggiori uscite legate all’aumento del prezzo del fuel con nuove entrate, toccherà alla distribuzione far ‘digerire’ i nuovi prezzi e la famosa fuel surcharge al cliente finale.

Secondo Claudio Busca, direzione generale leisure del gruppo Bluvacanze, “la fuel surcharge sicuramente sarà uno degli argomenti della prossima stagione invernale, vista anche l'instabilità del dollaro che contribuisce a una maggiore fluttuazione delle tariffe”.

L’effetto a cascata
I rincari potrebbero non essere privi di conseguenze, come evidenzia il presidente di Primarete Ivano Zilio, che evidenzia: “Il peggior deterrente per un cliente è quando viene chiamato dall'agenzia per un aumento del prezzo dovuto a un improvviso aumento del costo del petrolio”.

Ma esistono anche degli scudi per tutelarsi da questi incrementi: e non sono pochi gli agenti per spingono per “operatori che propongono il 'prezzo finito' o che comunque offrono la possibilità di fissare il prezzo in fase di prenotazione per evitare spiacevoli situazioni a ridosso della partenza” evidenzia Alessia Pagelli, direzione commerciale Uvet.

L’effetto (soprattutto psicologico) della fuel surcharge sul cliente è tale che alcuni agenti “inseriscono l'adeguamento carburante previsto già in fase di costruzione del pacchetto - spiega il presidente di Marsupio Massimo Caravita -: non sempre però è possibile, perché il rischio è di essere fuori mercato se il cliente inizia a comparare diversi preventivi”.

L’intervento dei tour operator
Anche i tour operator, però, possono fare qualcosa per mitizzare gli effetti dei rincari carburante dell’ultimo minuto. Per esempio, spiega Paola Frigerio, direttore leisure, marketing e network di Frigerio Viaggi, “sui cataloghi e nelle quotazioni web, i t.o. dovrebbero riportare uno spazio apposito dove comunicare il costo del carburante e il tasso di cambio utilizzati al momento del calcolo della quotazione”.

Certo, la sensazione che rimane alla distribuzione è che comunque il costo del fuel rimbalzi a cascata fino all’agenzie di viaggi, che ha l’impressione di uno “scaricabarile sui punti vendita” come lo definisce Andrea Pesenti, direttore commerciale Seanet.

Dunque, in definita, una richiesta chiara arriva da Claudio Busca, direzione leisure del gruppo Bluvacanze: “I t.o. dovrebbero tutti avere meno attenzione al prezzo finale e iniziare a quotare in modo corretto il prezzo del carburante”.

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