Un sorso in più

"Tra bionde da bere e da ammirare". Un claim che potrà far storcere il naso ai sostenitori delle quote rosa (sempre e solo sulla carta, mica da impegnarsi seriamente) e ai femministi dell'ultima ora ma che, senza dubbio, rimane una ricetta vincente.

D'altra parte se l'Oktobefest è arrivato alla 179° edizione con una media di 7 milioni di visitatori anche quest'anno, e un turnover da capogiro stimato tra gli 800 milioni e il miliardo di euro, un qualche motivo ci sarà.

Da quasi due secoli la kermesse tedesca di Monaco è praticamente immutata. Abiti alla tirolese, boccaloni nell'unico formato da litro, canti e balli tipici e un giro a sfidare l'ebbrezza sulla grande ruota panoramica.

Niente più che la tradizione propinata ogni anno senza alcuna modifica, senza la spinta di innovazione o la necessità di cambiamento.

D'altronde, perché cambiare se tutto funziona?

Una lezione chiara e semplice ma non troppo recepita qualche centinaia di chilometri più a Sud, in un Paese lungo e affusolato al di là delle Alpi.
Un posto ambiguo che ha preferito mettere al bando osterie e genuinità, giudicate entrambe troppo retrò, irridere feste popolari e sagre di paese, considerandole robe da poveracci e rincorrere tradizioni non sue, adattandosi grottescamente a quanto dicevano gli altri ignorando che quello che reclamava tutto il mondo era proprio quell'immagine, anche un po' stereotipata ma efficace, da cartolina.

I tedeschi, tra trecce bionde, bretelle e calzoncini faranno anche sorridere ma, con il loro di stereotipo si confermano una macchina da guerra anche sul versante del turismo.

Gli abitanti di quel paesino protetto dalle Alpi invece questo meccanismo non lo afferrano proprio ma, nel dubbio, si confermano i primi visitatori dell'Oktoberfest anche per quest'anno.

Che dire? Prosit.

Twitter @SGianuario

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