Il 2017 degli hotel secondo Confindustria Alberghi: città d’arte a macchia di leopardo

Un anno postivo per gli hotel italiani, secondo quanto afferma Confidustria Alberghi. Che, però, evidenzia anche le differenze di risultati tra le diverse zone d’Italia.

L’Osservatorio Confidustria Alberghi, curato da Str, parla di un tasso di occupazione del 70,3% per le principali aree italiane nei primi 11 mesi dell’anno, con un incremento del 3,1% rispetto allo stesso periodo del 2016.

Passando al dettaglio, l’associazione evidenzia buone performance per Milano, Firenze, Bologna e Venezia, mentre Napoli e Torino confermano le cifre del 2016 e Roma fa segnare un -1,8% anno su anno.

A contribuire alla crescita sono sia i turisti italiani (+5,1%) che quelli stranieri (+5,8%). Il trend viene confermato anche dai dati sulle spese: +7% secondo le cifre Banca d’Italia nei primi 9 mesi dell’anno e +8% per Global Blue.

Capitolo a parte per la sharing economy. “Gli unici dati sono quelli delle rilevazioni di AirDnA - segnala il comunicato dell’associazione - che evidenziano un fenomeno di dimensioni importanti ed in ulteriore crescita, con oltre 318mila appartamenti offerti sulla sola piattaforma Airbnb (+22% rispetto all’anno precedente), un tasso di occupazione del 41% (+17% rispetto al 2016) ed una tariffa media di 130 euro (+15%)”.

Misure al sostegno del comparto
“Un anno nel complesso positivo - è il commento del presidente Giorgio Palmucci (nella foto) – ma la ripresa va consolidata il prossimo anno, anche con una maggiore distribuzione dei flussi sul tutto il territorio nazionale. Le prospettive dei mercati internazionali sono certamente buone, ma dobbiamo ancora lavorare per rispondere alle esigenze di una domanda sempre più articolata ed attenta”.

Palmucci sottolinea inoltre la necessità di intervenire sul settore con ulteriori provvedimenti: “Credo anche che alcune iniziative come l’anno dei borghi, il maggiore coordinamento tra Regioni, Mibact ed Enit, anche con il varo del Piano Strategico, abbiano contribuito a rinnovare la percezione dell’Italia all’estero. C’è ancora da fare, il tax credit che supporta le aziende impegnate nella ristrutturazione e riqualificazione, ha visto aumentare la platea dei beneficiari, ma non le risorse che pure erano già insufficienti. Su questo sarà certamente necessario intervenire, cosi come sul tema della sharing economy, un vero e proprio mercato parallelo che si sviluppa in assenza di regole e di controlli. Una incognita che preoccupa gli operatori del settore.”

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