Roma senza americani, due camere prenotate su 100

I turisti asiatici e statunitensi non ci sono, e probabilmente non ritorneranno per almeno un anno. E così a Roma si parla di una media di due camere prenotate su 100.

I pochi alberghi aperti nella Capitale sono occupati per circa il 10% delle loro capacità e ospiatno soprattutto italiani che hanno ricominciato lentamente a viaggiare per lavoro e turisti che ne approfittano per visitare una città ancora piuttosto deserta.

Una coppia fortunata
Intanto sono stati accolti con lo champagne e una grande festa i due inglesi che, per primi, hanno messo piede nell’hotel romano di Francesco Gatti, presidente di Assohotel-Confesercenti, dopo lunghe settimane di silenzio e camere vuote.

“Non potevamo certo non ringraziarli - spiega Gatti a iltempo.it - per essere stati i primi dopo quattro mesi di fermo forzato. Si registra un primo segnale positivo con il ritorno dei primi turisti stranieri”.

Per attirare clientela qualche albergo si gioca la carta del pricing: “In tanti - ammette Giuseppe Roscioli, presidente Federalberghi Roma - abbasseranno il costo medio di una camera. Quello che più temo ad oggi è che la stragrande maggioranza delle strutture resterà chiusa perché non c'è alcuna intenzione di riaprire, specie coloro che hanno un albergo in centro. Le stime parlano di un ritorno degli stranieri non prima di un anno; quelli che prenotano questi giorni una camera rappresentano davvero l'eccezione”.

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