Villaggi, voli e crociere: il risiko del turismo su Cuba

Una corsa agli investimenti su Cuba. Gli operatori turistici, italiani e non, stanno scommettendo sull’Isla Grande, alzando sempre più l’asticella sulla destinazione, destinata a consacrarsi come vera regina dei Caraibi.

Il settore ha infatti fiutato l’affare, anche grazie alla distensione dei rapporti tra gli Stati Uniti e l’Isola dei Castro, e non si contano più né le nuove aperture di villaggi né di collegamenti aerei.

Una questione che è stata al centro della discussione anche della Tavola rotonda con i network svoltasi a TTG Incontri e moderata dal direttore di TTG Remo Vangelista. Alcuni operatori, infatti, puntano il dito sul rischio di un eccesso di offerta di cui la destinazione disporrà a partire dalla prossima stagione.

Anche perché soltanto tra i villaggisti, sono almeno quattro le new entry di strutture italiane che arriveranno con le prossime settimane, come evidenzia Aleida Lydis Castellanos, consigliere per gli Affari turistici dell'Ambasciata della Repubblica di Cuba in Italia, in un’intervista pubblicata dal Sole 24 Ore: una raffica di investimenti che toccheranno destinazioni come Cayo Largo, Varadero, Cayo Coco e Camaguey. E i crocieristi non sono stati a guardare: Msc a dicembre posizionerà la sua Msc Opera nel porto della capitale L’Avana, offrendo 16 itinerari da sette giorni solo per la winter, ma altri player dei mari sono pronti a lanciarsi nel business.

Potrebbe però non essere tutto: stando a quanto anticipa il quotidiano economico, infatti, sembra profilarsi all’orizzonte un accordo quadro sugli investimenti nel settore turistico proprio tra Italia e Cuba. E allora il risiko si farà avvincente.

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